Cerchiamo di vederci chiaro
Roma, 21 luglio – Da quando Renzi si è rivestito dei panni dell’”apprendista stregone” e, all’Expo di Milano, come se scandisse i passi della storia, ha cominciato ad annunciare diminuzione delle tasse a destra e a sinistra, qualcosa sta avvenendo; che cosa sia non si sa ma qualcosa sta avvenendo.
Le chiacchiere hanno preso l’aspetto di una gragnuola senza fine e le cifre sparate fanno apparire la situazione più quella del gioco del Lotto che della contabilità dello stato. Avevamo avuto una prima impressione di cosa fosse Renzi, quando ha tentato di “dare a bere” al popolo che, rimetteva in moto i consumi con un bonus mensile ai contribuenti, di 80,00 euro, il costo di una spesa. Bene; era la scusa ufficiale; la vera funzione del bonus era quella di acquistare i voti. I consumi non sono ripresi (non potevano riprendere!!!), le tasse sono continuate ad aumentare e a frenare l’economia e il tempo che passava faceva avvicinare le scadenze e il popolo voleva vedere i risultati di quelle parole, che gradatamente, diventavano chiacchiere.
Non c’era altro da fare.
L’Esposizione Universale di Milano doveva poggiare su fatti concreti, non su chiacchiere, ed ecco che in pieno Expo estrae finalmente il “coniglio dal cilindro” e annuncia, come se stesse scandendo i passi della storia un’altra volta, la sua “rivoluzione copernicana”; diminuzione delle tasse ed eliminazione della tassa sulla prima casa; punto.
Bene; siamo al delirio; le tasse sulla prima casa erano già state abolite da Berlusconi nel 2008, ma Monti, subentratogli con la manovra che tutti conoscono, e con i conti pubblici a zero, le ha ripristinate per far fronte, non al risanamento dei conti pubblici, ma al salvamento delle banche sue e di Bersani che avevano superato la soglia del fallimento. Era l’austerità supportata in modo specifico dall’unico bene al quale il risparmiatore teneva di più, la casa, e comandata dalla Merkel e da Obama, l’opera è stata continuata da Letta senza che questi riconoscesse i diritti del risparmiatore.
Oggi, comandato dai poteri forti, che lo hanno portato al governo del paese, Renzi, ha continuato quell’opera di “rinnovamento” che ha lasciato il tempo che ha trovato, basandosi sempre sullo stesso sistema, ma, forse, oggi, avrà capito che il “tirare troppo la corda” si sarebbe rivoltato contro di lui e, sul calo dei sondaggi perché il popolo è esasperato, all’Expo di Milano, ha tirato fuori il suo “uovo di Colombo” per “salvare capra e cavoli”.
A questo punto, “cerchiamo di vederci chiaro”.
È un chiaro segnale che anche lui sente tremare la sua poltrona sotto il sedere ma noi, oggi, possiamo dire due cose.
Innanzi tutto che chi conosce bene la contabilità, sa che nella contabilità dello stato, spesso, lo stato economico del Paese, non è questione di “sostanza” ma di abilità della “collocazione” delle cifre per cui basta “sapere spostare” queste, da una voce all’altra, che quello che prima appariva passivo, “diventa” attivo e viceversa. In questa situazione, si mescolano nel suo stesso partito, e negli altri, i dissensi e i consensi e tutto ci fa intuire che i meccanismi che vuole applicare Renzi, che stanno prendendo l’aspetto dei “fuochi artificiali” o delle “estrazioni del Lotto”, possano essere di questa natura.
Secondo, che il governo del Paese è costituito di interventi su meccanismi alcuni dei quali, più delicati degli altri, sono soggetti ai controlli dei “poteri forti”, quei poteri che comandano davvero, per cui, su quelli è difficile “mettere le mani” perché “quei poteri” non lo consentono.
Renzi, fino ad oggi, è intervenuto solo sugli aspetti istituzionali, quelli, per essere pratici, che o stanno in un modo o stanno nell’altro, non se ne accorge nessuno, e a “toccare” quei meccanismi, non ci è arrivato proprio ed è molto incerto che ci arrivi perché, un’”antifona” del genere, potrebbe portarlo alla caduta, quindi, consapevolmente o non, ha rimandato alla fine del suo mandato, le riforme economiche che sono le più nevralgiche e delicate, ma anche le più importanti, e che fanno parte di “quei meccanismi”, e ha previsto l’abolizione della tassa sulla casa, che fa parte di quelle misure, proprio in quel settore e per quel periodo.
Non crediamo che le intenzioni di Renzi siano realmente quelle che ha stentoreamente dichiarato, anzi, riteniamo che siano strumentali, ma siamo certi che i “poteri forti”, “quelli” che “governano” anche il suo governo, gli consentirebbero di arrivare a realizzare questo progetto nella sua concretezza?