“Condannati” a governare insieme
Roma, 09 novembre 2018 – Come tutti sanno, “arbitro” il presidente Conte, al timone del Governo ci sono i vincitori delle ultime elezioni, Salvini e Di Maio, i quali, però, hanno ben poco in comune tra loro se non la ferrea volontà di rinnovare il Paese anche senza le relative coperture finanziare.
Non conosciamo molto bene i loro progetti politici e programmatici, ma pensiamo che se potessero fare a meno l’uno dell’altro, lo farebbero subito con vicendevole piacere.
È chiaro che una eventuale crisi di Governo seguita da nuove elezioni politiche anticipate, la ripudiano entrambi perché aprirebbe scenari imprevedibili ed inquietanti per cui, volenti o nolenti, sembrano proprio “condannati” a governare insieme, almeno fino alle elezioni europee del prossimo anno.
L’aspetto nuovo ed un po’ allarmante che emerge in queste ultime settimane, è rappresentato dalla crescita dei dissapori su alcuni punti importanti, contenuti nell’ormai famoso “contratto di governo” condiviso e sottoscritto dalle due parti.
In particolare le apparenti divisioni riguardano il cosiddetto condono fiscale, la prescrizione dei reati dopo il primo grado di giudizio, il reddito di cittadinanza, la cancellazione della legge Fornero ed altro.
Tuttavia, in buona sostanza, appare sorprendente l’atteggiamento dei protagonisti i quali subito dopo l’irrigidimento iniziale, si mostrano sempre più concilianti e dispostissimi ad aperture e compromessi di qualsiasi genere rinviando sistematicamente nel tempo, tutte le questioni conflittuali.
Le opposizioni amplificano i dissensi interni alla maggioranza, ma si rendono conto che allo stato attuale delle cose non esistono alternative, anche perché, dopo alcuni anni di “nomine” eccellenti, questa volta è stato il popolo sovrano a decidere liberamente e democraticamente da chi vuole essere governato.