Generalmente si tratta di azioni e macchinazioni subdole e spregevoli perché colpiscono alle spalle le loro vittime, nei cui confronti si erano sempre dimostrati amici o fidati collaboratori.
Ebbene, qualcosa di simile sta accadendo nel PD, al cui interno, un gruppo di autorevoli “rottamati”, nel contesto di un rinnovamento generazionale ideato ed attuato dal Premier, starebbe cercando un’intesa per “silurare” il loro segretario nazionale del partito e Presidente del Consiglio in carica.
Quello che più sorprende è la caratura degli attuali “nemici” di Renzi.
Ne annoveriamo due ex Premier (Dalema e Letta), un mancato Premier ed ex segretario del partito (Bersani), ex ministri come Rosy Bindi ed altri giovani rampanti come Cuperlo, Civati, Fassina, che oggi occupano le prime pagine dei giornali soltanto perché si sono posti di traverso sulla strada di Renzi, mentre fino a non tanto tempo fa erano noti soltanto agli elettori che li hanno votati.
Il pretesto per i “congiurati”, è rappresentato dal dibattito sull’approvazione della nuova legge elettorale, abbastanza discussa ed approvata a maggioranza negli organismi del partito oltre che concordata, per sommi capi, nell’ormai famoso patto del Nazareno.
In questi ultimi giorni, il quadro è un po’ cambiato in peggio, perché tutte le opposizioni, Forza Italia compresa, hanno fatto fronte comune e sebbene alla Camera esiste –sulla carta – una maggioranza numerica, il voto segreto potrebbe riservare brutte sorprese.
Obiettivamente va riconosciuto che qualora la contestata riforma passasse senza alcuna modifica, col previsto premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, si verrebbe a creare un partito, il PD, non solo legittimato a governare, ma anche a comandare.
Ma l’aspetto paradossale che più incuriosisce, è che sono proprio i “rottamati dem” ad esprimere dissenso e preoccupazione verso questa presumibile deriva autoritaria, sostenuti, ovviamente, dall’intero arco dell’opposizione che nella circostanza sembra non voglia fare sconti a nessuno.
A questo punto, però, sorge spontanea la domanda: “i “rottamati” temono più l’involuzione democratica della politica, oppure il fondato timore di essere relegati su una panchina di un parco pubblico a leggere in modo distaccato le scorribande dell’uomo solo al comando ?.
I sintomi premonitori di questo disegno quantomeno inusuale, si sono avvertiti con la sostituzione di ben 10 membri del PD nella commissione parlamentare della Camera “Affari Costituzionali” perché se avessero votato contro, come previsto, avrebbero creato notevoli problemi all’iter della legge stessa pregiudicando l’eventuale richiesta del voto di fiducia in Aula.
Intanto Renzi continua ad ostentare piglio e sicurezza ribadendo che non arretrerà di un solo centimetro dalle posizioni assunte che essendo palesemente inconciliabili con quelle dell’opposizione interna ed esterna al partito, potrebbe succedere di tutto e di più.