Contagio Coronavirus Covid-19: i dati delle ultime 24 ore.
Coronavirus dai dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile, Calano i contagi da coronavirus, 3.033 i guariti, 464 i decessi +27 di ieri
Contagio Coronavirus – Questi i dati ufficiali forniti alle ore 18:00 del 23.04.2020 con il bollettino ufficiale comunicato dal Dipartimento di Protezione Civile sulla situazione della diffusione e del contagio coronavirus in Italia.
Il totale delle persone risultate colpite dal contagio da Coronavirus, è di 189.973,+2.646 (ieri erano 187.327, + 3.370).
I contagiati dal coronavirus in cura sono 106.848,-851 (ieri 107.699, – 10), di cui in terapie intensive 2.267, -117 (ieri 2.384, -87, in diminuzione costante da 17 giorni), ricoverati con sintomi 22.871, -934 (ieri erano 23.805, – 329); in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi 81.710 +200 (ieri erano 81.510, +406)
Le persone guarite dal contagio coronavirus, in totale sono 57.576,+3.033 (ieri 54.543, +2.943)
I morti per il contagio coronavirus sono in totale 25.549,+464 quindi +27 di ieri (25.085, +437 ), dati questi ultimi da confermare quando l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso)
Come avevamo detto, dai dati forniti dalla Protezione Civile, non è precisato se nel numero dei morti comunicati, sono compresi eventuali decessi di ricoverati in terapia intensiva, che farebbe calare il numero dei ricoverati, risultando quindi… una vittoria sulla malattia!
CORONAVIRUS, COVID-19 – Fase 2 – Varate le nuove norme dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail)
Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito presso la Protezione Civile, al quale ha partecipato anche un rappresentante dell’Inail, ha approvato – ed è stato pubblicato – il documento tecnico contenente le misure di contenimento e di prevenzione per il coronavirus covid-19.
La pubblicazione, è composta da due parti:
– la prima riguarda la predisposizione di una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio che tiene in considerazione il rischio di venire a contatto con fonti di contagio in occasione di lavoro, di prossimità connessa ai processi lavorativi, nonché l’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale anche verso “terzi”.
– la seconda parte si è focalizzata sull’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di lotta all’insorgenza di focolai epidemici, anche in considerazione di quanto già contenuto nel Protocollo stipulato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo.
Concludendo con “L’adozione di misure graduali ed adeguate attraverso un nuovo modello organizzativo di prevenzione partecipato, consentirà in presenza di indicatori epidemiologici compatibili, il ritorno progressivo al lavoro, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori, nonché della popolazione“.
In tal senso, sono stati esaminati, finora, circa 1.700 dispositivi di protezione individuale (Dpi), con l’approvazione per soli 62 campioni.
L’elenco è on line sul portale dell’Inail e riguarda occhiali, visiere, semimaschere, indumenti di protezione, guanti e calzari validati positivamente dall’Istituto in attuazione del decreto Cura Italia, che ha attribuito questa funzione all’Istituto in via straordinaria fino al termine dell’emergenza Covid-19, in deroga alle procedure ordinarie.
L’elenco sarà periodicamente aggiornato con l’inserimento dei nuovi dpi validati.
Partendo dalla “mappatura di tutte le attività produttive, è prevista, di norma, da parte di tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica”, mascherina che “è raccomandata” (quindi non imposta!) anche all’interno dei mezzi pubblici oltre al distanziamento sociale.
L’Inail, inoltre, raccomanda l’utilizzo del lavoro a distanza dove possibile anche nella fase due come “soluzione efficace” che ha permesso la continuità dei processi lavorativi e allo stesso tempo “ha contribuito in maniera sostanziale al contenimento dell’epidemia”. In tal senso, l’Istituto contro gli Infortuni sul Lavoro, sottolinea la necessità di fornire assistenza nell’uso delle apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza “incoraggiando a fare pause regolari”.
“In aggiunta, il management – si legge – dovrà tenere conto della necessità di garantire il supporto ai lavoratori che si sentono in isolamento e a quelli che contestualmente hanno necessità di accudire i figli”.
L’associazione Federfama chiede un accordo sulla vendita delle mascherine, ‘a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici’ dei dispositivi oppure lo stop alla vendita.
In assenza di provvedimenti, la Federazione di categoria annuncia che sarà costretta , “a suggerire alle farmacie di astenersi dalla vendita di mascherine”.