Politica

Contro la corruzione non commissioni ma leggi implacabili!

Con l’articolo: “Tasse, condoni e scudi nel gran tema dell’evasione fiscale” del 3 giugno 2012 scrivemmo che erano trascorsi vent’anni da quel 17 febbraio 1992, quando il caso Tangentopoli (il cui volume di affari illeciti fu quantificato dai vari processi in 630 mila miliardi di lire, ritenuto però un decimo della tragica realtà), allarmò fortemente l’opinione pubblica. “Mani Pulite”, infatti, aveva evidenziato un sistema di corruttela finalizzato, essenzialmente, al finanziamento illecito dei partiti e si immaginava, allora, che per infrenare quelle condotte potessero essere sufficienti arresti e processi.

Ora, con i grandi scandali che hanno cadenza quotidiana, vediamo che il malaffare è diventato regola, implementato sia da leggi che agevolano invece di contrastare il fenomeno, sia anche da condoni e scudi che hanno legalizzato l’evasione e il riciclaggio. Alla corruzione tipica, quella delle mazzette al burocrate o al politicante di bassa, media, ma anche  alta caratura, si vanno ad aggiungere strategie più sofisticate, sino ad un sistema definito, dai Magistrati inquirenti, “gelatinoso”, in cui trovano posto imprenditori disinvolti che si interfacciano con pubblici funzionari corrotti, personalità della politica e anche di malavita organizzata.

Veniamo all’oggi. Apprendiamo che per la nuova tangentopoli di Expo 2015, squadernata dai recenti arresti, sarà Raffaele Cantone, il Magistrato neo Presidente dell’Autorità Nazionale sulla Corruzione, a seguire, su disposizione del Premier Renzi, i lavori dell’Expo, “sfilatosi” però  dalla piena responsabilità ma assicurando solo il ruolo di supervisore. Bene; ottime le intenzioni. Ora, l’alta Politica deve spiegare, al di là dei proclami, quali saranno gli strumenti soprattutto legislativi per contrastare l’illegalità.

Abbiamo già ricordato, su questa testata, con l’ articolo del 14 Febbraio 2013:  “Ancora sul tema della corruzione combattuta con armi spuntate“, che non si è nuovi a Commissari e Commissioni anche recenti sul male corruzione, tanto che il Governo, non trent’anni fa, ma ad ottobre 2012, presentò un Rapporto  che conteneva i risultati finali dei lavori della “Commissione Governativa sulla Prevenzione del Fenomeno Corruttivo”.Secondo la Commissione, in Italia la situazione era gravissima, come peraltro già evidenziato il 30 gennaio 2012 nel precedente Rapporto dell’altra omologa  “Commissione per lo Studio e l’Elaborazione di Proposte in Tema di Trasparenza e Prevenzione della Corruzione nella Pubblica Amministrazione”. In sintesi, la corruzione nel 2012 risultava profondamente radicata in diverse aree della pubblica amministrazione (lo constatiamo nostro malgrado) e nella società civile, così come nel settore privato.

Bene, dal 2012 cos’è successo?

Il solito nulla, tanto che balza agli occhi che prima che abolissero il reato di falso in bilancio nel 2002, gli imprenditori erano propensi a collaborare con la Giustizia, come avvenne per la prima tangentopoli, mentre con la nuova concussione per induzione (con pena ridotta da 12 a.. 8 anni), riformata proprio nel 2012 con la Legge Severino del Governo Monti, è previsto che sia punito anche il privato…che si lascia indurre a pagare mazzette dal pubblico ufficiale.

Ci spieghi, quindi, la politica, se il fenomeno possa essere arginato dall’ennesima Commissione invece che da Leggi implacabili (in primis, si ripristini il falso in bilancio!), ovvero, come sia possibile che l’imprenditore confessi se poi viene sanzionato anche lui dalla Legge? Alla politica, questa e altre risposte….Nell’attesa, diciamo di non prendere più in giro gli Italiani!!

 

 

 

 

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