Vacilla la credibilità di Renzi su tasse e dislivelli sociali
Roma, 7 novembre – In politica, come in tantissime altre attività svolte dalle umane creature, la “coerenza” è merce assai rara e non è disponibile nei supermercati o nel negozio della porta accanto, bensì la conquista soltanto chi sa veramente conciliare il dire col fare.
In questi ultimi tempi, Renzi non ha mai perso l’occasione per ripetere, con asfissiante insistenza, che il suo governo ha già abbassato le tasse e continua a lavorarne per una ulteriore riduzione.
Tra le doti personali del Presidente del Consiglio, spicca la sua straordinaria eloquenza, che tantissimi gli riconoscono e non pochi gli invidiano, ma di certo non può bastargli per contrabbandare la stucchevole retorica con la realtà nuda e cruda che gli Italiani vivono, giorno dopo giorno, sulla propria pelle.
Scimmiottando un po’ i famosi “conti della serva”, risulta che i bilanci di moltissime famiglie fanno già registrare un peggioramento rispetto all’anno precedente.
Questi dati non sono campati in aria, bensì forniti da un noto Istituto di ricerca, oltre che toccati con mano ed urlati dagli stessi interessati.
Ma l’aspetto peggiore è la mancanza di prospettive concrete ed incoraggianti, perché, i tagli previsti dalla legge di stabilità, avranno effetti devastanti nella politica degli Enti locali, i cui amministratori dovranno decidere se ridurre i servizi, oppure aumentarne i costi.
Il settore più a rischio è la sanità che potrebbe innescare una reazione a catena che colpirebbe soprattutto le famiglie con redditi medio-bassi.
Quanto sta già accadendo con le proposte del Ministro della Salute, signora, Lorenzini, convinta che con la eliminazione degli sprechi contribuirà anche alla riduzione della pressione fiscale, ha tutto l’aspetto di una emblematica e sconcertante “bufala” perchè ad avere la peggio saranno ancora i meno abbienti.
Infatti, basti provare a prenotare un accertamento diagnostico strumentale nell’ambito delle rispettive ASL, almeno per quanto riguarda la città di Roma, per sentirsi rispondere che non si accettano prenotazioni fino al mese di gennaio 2016, mentre se si vuole optare per l’“intromoenia”, cioè a pagamento, si ottiene subito, nello stesso nosocomio pubblico e con i medesimi specialisti del Servizio Sanitario Nazionale.
È evidente che se un “povero Cristo” ne ha veramente bisogno, o rinuncia col rischio di crepare, oppure si fa prestare la somma necessaria accumulando altri debiti a quelli che sicuramente gravano sul suo bilancio familiare.
Diverso il caso per le persone benestanti, titolari di pensioni d’oro o stipendi da favola, per i quali il problema non si pone nemmeno, perché le spese, anche se rilevanti, per costoro sono semplicemente “quisquiglie e quinzellacchere”, come diceva il grande Totò.
Davvero assai strano che nessuno degli accorti e strapagati consiglieri di Renzi, non si faccia carico di informare il Premier su come stanno veramente le cose, pena la credibilità da parte del popolo sovrano che, per la verità, non l’ha nemmeno eletto.