La cupola romana non mafiosa…ma delinquenziale…
Decine di arresti per la cupola mafiosa capitolina; un circuito che farebbe riferimento a politici e ad ex terroristi neri arricchito da faccendieri rapaci e avidi.
XX
Roma, 5 dicembre – Una situazione tipicamente italiana! Bene, si squaderna questa ignobile rete di malaffare con il caporione fascista Massimo Carminati, denominato il “Re di Roma”, delinquente plurimo e reiterato della banda della Magliana e dei NAR che l’aveva fatta sempre franca, come nel caso dell’omicidio del giornalista “sottutto” Pecorelli, vicino ad Andreotti e alla massonP2.
Sull’argomento, un libro di sicuro interesse, quello di Giancarlo Capaldo, Procuratore della Repubblica Aggiunto di Roma, da noi recensito, dal titolo: “Roma mafiosa– Cronache dell’assalto criminale allo Stato” (Fazi editore, maggio 2013), che condensa anni di indagini ad alto livello non limitate al solo panorama capitolino ma allargate, nell’analisi, con spunti di vivo interesse, a quello nazionale. A Roma, quindi, le mafie sono sbarcate da tempo (ricordiamo che Pippo Calò, boss di Porta Nuova di Palermo, con incarico di apripista e cassiere di Cosa Nostra, vi giunse a metà anni ’70) perché, allora come oggi, Roma Capitale era ed è sinonimo di soldi, tanti soldi, e potere. E così la Città Eterna da tempo è diventata la capitale anche per il crimine organizzato, una base essenziale sia per le mafie nostrane: Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra; sia per quelle straniere, quale l’ albanese, la rumena, russa, cinese o nigeriana, in un enorme intreccio di interessi criminali. Ma premesso ciò, la cupola romana oggi scoperta è vera mafia? Via, non scherziamo; invece affermiamo che si tratta di formidabile intesa tra un sistema politico dell’oggi che porta la bandiera della modestia e della mediocrità culturale con assensa di rispetto per le Leggi e per l’Ordinamento, con apparati di criminalità comune ancorchè organizzata.
Certamente saranno, per modalità operative, mafiosi i sistemi di controllo e gestione dei fenomeni….ma la mafia…diciamolo bene, è ben altro; è tema drammaticamente molto più.. serio e..complesso!
Perché? Lo spieghiamo: per le mafie vere e non per quelle da operetta esistono due profili importanti, quello “ontologico” e quello “relazionale”.
Il primo, fa riferimento alle strutture immutabili dell’organizzazione, cioè al vincolo associativo indissolubile, a volte a carattere familiare e al patto di sangue che è vera strategia di potere pregnante.
L’altro, riguarda il consenso sociale e la legittimazione utili per le relazioni con il potere.
Tutto questo lo troviamo nella compagine romana? Certamente no! Concludendo, senza voler sottovalutare fenomeni in evoluzione per la carenza di uno Stato che a tutto pensa meno che a tutelare i cittadini, esprimiamo l’auspicio che la politica riesca a dare una rapida risposta al Paese, rendendo impraticabili tali strategie delinquenziali.
Ma la politica farà qualcosa? Certo, lo si spera, purchè si inizi subito a varare Leggi che sostituiscano quelle che in tanti anni hanno depotenziato il quadro normativo favorendo le mafie; poi, che si accordino alle Polizie gli strumenti necessari di ordine economico, materiale ed anche morale.
E questo perché la crisi economica sempre più profonda e diffusa, il risveglio di attività eversive di differenti matrici e il peso economico-finanziario e politico della criminalità dei colletti bianchi fanno scattare una sorta di allarme rosso istituzionale, in un quadro che sconcerta, come nel caso romano, per le commistioni della malavita con i piani alti della politica…..
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