Politica

Da rottamatore a rullo compressore

Per gran parte degli italiani, a prescindere dal loro credo politico e religioso, l’irriverente  “incursione” di Matteo Renzi nella stanza dei bottoni dei palazzi della politica e, soprattutto, la sua verve nello snocciolare i punti salienti di un corposo programma di governo con una tempistica  a dir poco straordinaria, ha risvegliato tutta una serie di sensazioni, di speranze e di fiduciose attese che sembravano definitivamente sopite.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tengo molto a precisare che non sono un suo adulatore, né, però, nemmeno un suo detrattore, ma semplicemente un osservatore molto sereno e disincantato.

Con il suo modo di fare politica si è creato una caterva di avversari, (anche all’interno del suo stesso partito), ai quali vanno aggiunti i sindacati, la confindustria, alcuni intellettuali, oltre, naturalmente, a coloro che militano negli schieramenti ideologicamente diversi e contrapposti e non sono pochi.

Tra le espressione più colorite ed autorevoli di chi mal sopporta la crescente popolarità dell’ex Sindaco di Firenze, segnalo quella di un noto intellettuale cattedratico, il quale afferma che “chiunque studi da una vita i problemi sui quali il Putto fiorentino è sinora intervenuto resta basito dal tasso di improvvisazione che caratterizza i primi provvedimenti renziani: italicum, Job Act, etc.”.

Analizzando bene i valori degli indicatori economici e le difficoltà quotidiane delle famiglie italiane, emerge chiaramente la gravità della crisi che attanaglia l’intero paese (non solo il nostro, per la verità), e l’inefficienza inqualificabile della classe dirigente di questi ultimi anni, che ha fatto poco o nulla per contenere i danni, privilegiando sempre scelte in favore delle caste e delle lobby con l’inevitabile disaffezione ed il disprezzo delle classi meno abbienti.

A tutto ciò vanno aggiunte le scandalose ruberie che, da un capo all’altro dell’Italia, hanno perpetrato gli amministratori locali, ora sotto processo, in attesa di sentenze che si spera siano severe ed ammonitrici.

In un contesto di così grave crisi e tensioni sociali, con un governo avvezzo al un tipo di galleggiamento tanto inutile quanto dannoso e costoso, l’arrivo di un giovane, nemmeno quarantenne, portatore di un rinnovamento in politica e nell’amministrazione dello Stato, non poteva che suscitare consenso in larghi strati dell’opinione pubblica.

Ha iniziato la sua scalata  “rottamando”, come promesso,  alcuni “santoni” del suo partito, che tuttora meditano vendetta, e mettendoci la propria faccia su alcune riforme in gestazione da decenni, sposando una tempistica a dir poco straordinaria.

Fin qui le scadenze sono state rispettate, ma è azzardato escludere difficoltà nel breve e medio termine.

In una recente intervista televisiva, si è autodefinito un irriducibile “rullo compressore” e il decisionismo del suo governo  lascia pensare che intenda andare avanti, costi quel che costi.

Un fatto è comunque certo: i suoi avversari sono sempre più numerosi e più agguerriti per evidenti motivi di conquistarsi spazio e fette di potere, ma, a giudicare dalle apparenze, sembra proprio che egli non si preoccupi più di tanto.

A questo punto si delinea un dilemma di shakespeariana memoria: abbiamo a che fare con un valente ed intelligente leader politico, oppure siamo al cospetto di un eccellente venditori di tappeti, per di più taroccati ?.

Propendo per la prima ipotesi, ma  per scoprirlo è sufficiente aspettare solo pochi giorni.

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