A “bocce ferme” si potrebbe tranquillamente affermare che già la sua partecipazione alle primarie ed alla successiva competizione elettorale, era molto chiacchierata per l’inevitabile collisione con i “rigori” della legge Severino che, per la verità, ciascuno cerca di interpretarla a proprio uso e consumo.
Mi colloco, a torto od a ragione, tra gli alfieri del garantismo più assoluto e non ho mai ritenuto nessun individuo colpevole fino alla emissione di una sentenza “passata in giudicato”.
Non ho l’autorità, né l’autorevolezza, di interloquire sulla legge dell’ex Guardasigilli, ma su un punto non ci dovrebbero essere discussioni : chiunque abbia riportato una condanna anche solo in primo grado, non può ricoprire cariche od incarichi pubblici.
Molti sanno, non certo per sentito dire, che il governatore campano era già stato processato e condannato, per cui la sua candidatura era improponibile ed anche inopportuna.
Ma l’aspetto più sorprendente e sconcertante è stato (ed è), il “silenzio-assenso” del Presidente del Consiglio e Segretario nazionale del Partito, Renzi, che già da allora ne aveva il pieno controllo.
Stento veramente a credere che possa configurarsi un ipotetico tentativo di sfida o di tracotanza nei confronti delle Istituzioni o dei leader più rappresentativi.
Tuttavia, se qualcuno continua nel tentativo di propinarci la storiella secondo la quale il Premier non avrebbe calcolato reazioni e condotte di questo tipo, allora si dovrebbe fare una pausa di riflessione sulle capacità di Renzi di governare il paese.
Non è passato inosservato nemmeno lo “screzio” tra il Governatore e Rosy Bindi che se ne sono dette di tutti i colori, accusandosi reciprocamente anche di “impresentabili”, specie perché entrambi militano nello stesso partito e si presume condividano, in linea di massima, la linea politica dell’attuale governo.
Com’era prevedibile, il governatore continua a negare tutto dichiarandosi addirittura “parte lesa”.
Nessuno è, al momento, in grado di prevedere gli sviluppi dell’evento, ma lo spettacolo allestito, suo malgrado, dal PD, non è affatto piaciuto alla stragrande maggioranza degli Italiani.