Politica

La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile!

paesaggio costituzione cemento copertinaRoma, 29 giugno – L’importante saggio di Salvatore Settis. “Paesaggio Costituzione Cemento”, pubblicato da Einaudi nel 2012, continua ad essere un testo fondamentale di cultura ambientale che ci mette di fronte ad una situazione spaventosa che ci confronta  con quella idea che caratterizza noi italiani, maestri di disinteresse per la cosa pubblica.
Settis, infatti, spiega molto bene come “paesaggio” non sia solamente le belle visioni di laghi montagne campagne e boschi. Ormai da anni si è stabilito  fra noi italiani e il nostro paesaggio un rapporto di insensibilità ma anche di ottusità e autolesionismo. Villaggi (da pag.3) che per secoli avevano saputo crescere conservando l’impronta di una cultura dell’abitare tanto più nobile quanto più povera…. Sempre più spesso (vediamo) le città che furono per secoli il modello d’Europa  consegnate a gente senza scrupoli ….
Qualche dato:secondo l’Istat tra il 1990 e il 2005 la superficie agricola utilizzata in Italia si è ridotta di 3 milioni e 663 mila ettari, un’area più vasta della somma di Lazio e Abruzzo….. Secondo il Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edizia e il territorio) nel 2008 si sono ultimati 59.000 nuovi edifici residenziali, con una volumetria di 126,2 milioni di metri cubi, per un totale di 320.000 abitazioni. La colata di cemento con cui ogni giorno sigilliamo centinaia di ettari di suolo è qualcosa di incredibile, un futuro avvelenato per figli e nipoti. Politici non etici e costruttori collegati  impongono una cementificazione assurda che è subordinata al loro profitto ed è micidiale per la nostra salute e tutta la società.
L’Italia (da pag.14), com’è noto, ha da anni il più basso tasso di crescita demografica d’Europa, e uno dei più bassi del mondo…. Pochi si rendono conto, invece, che l’Italia ha il più alto tasso di consumo di territorio d’Europa… (e poi, cosa straordinaria!) l’Italia è stato un Paese pioniere nel dotarsi di strumenti giuridici per la tutela del proprio paesaggio. Aggiunge Settis:  é tra i pochi Paesi al mondo che abbiano la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale nella propria Costituzione ..(ed ha).. in merito un complesso di leggi organiche …
Il rapporto fra nascite e morti, in un paese che soffre di una grave stagnazione demografica, è decisamente paritario da anni, e tuttavia in Italia si continua a costruire sempre…. La perfetta continuità (da pag.137) fra le leggi di tutela dell’Italia liberale (1902,1909 e per il paesaggio, la Legge Croce del 1922..), le due Leggi del 1939 approvate da un Governo Mussolini  e infine l’art.9 della Costituzione repubblicana sorprenderà solo chi ragiona per etichette e appartenenze e non calandosi nella complessità della documentazione e della storia delle idee. …
Lo abbiamo detto (pag 179): la Repubblica italiana fu il primo Stato al mondo a porre la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio non solo nella propria costituzione, ma fra i principi fondamentali dello Stato. Si sa come la Costituente ordinò i propri lavori… L’intento (pag.189) di mettere insieme la tutela del paesaggio e quella del patrimonio artistico fu chiaro sin dalla prima formulazione del sommo Concetto Marchesi.
L’autore auspica che la tutela del paesaggio rimanga statale e non sia assegnata alle Regioni…
Nelle sue aspre critiche è difficile dar torto a Settis. In sintesi siamo  in presenza di un lento degrado della funzione centrale di tutela – e il Codice dei beni culturali e del paesaggio – cui l’autore ha contribuito in modo decisivo, ha subito una lenta riduzione di autorità. Comunque, assistiamo a una vera deriva antintellettuale delle Regioni e di moltissimi Comuni. Certo, la riduzione delle fonti di finanziamento e l’irrilevanza della tutela del paesaggio e dei beni culturali nel produrre tributi o entrate, aiuta una classe politica a trovare nella demagogia la propria ragion d’essere.
Quale pensiero personale, aggiungo che qualcosa si sta muovendo nel gran quadro della tutela dell’ambiente. Infatti, dopo decenni di interessata indifferenza, la recentissima legge sugli ecoreati introduce nel Codice Penale “nuovi delitti”. Sono cinque: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo e omessa bonifica.
Poca cosa, atteso che quasi tutti i reati contro l’ambiente sono contravvenzionali, cioè non indagabili e facilmente prescrivibili.
Comunque accontentiamoci…. Qualcosa la lenta politica sta facendo….


 

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