Roma, 28 febbraio 2018 – Gli ultimi giorni di questa effervescente campagna elettorale, stanno creando un clima inquietante che minaccia di superare i livelli di guardia sotto l’aspetto della sicurezza e dell’ordine pubblico.
È vero che i meno giovani ne hanno visto di più e di peggio, ma è altrettanto vero che c’è stato un ricambio generazionale importante che va tenuto nel debito conto.
Oggi, tanto per citare un caso peraltro molto rilevante, non esiste più quel tasso spaventoso di totale analfabetismo e di sudditanza nei confronti del capopopolo di turno, e ciascuno è (o dovrebbe essere), in grado di valutare e ragionare col proprio cervello.
Questa ricorrente contrapposizione piazzaiola, che troppo spesso si trasforma in vera e propria violenza sulle persone e sulle cose, non può trovare alcun tipo di giustificazione e va denunciata e severamente punita.
Tutti siamo fieri ed orgogliosi di sbandierare ai quattro venti che la nostra Italia è un Paese libero e democratico, ma troppo spesso si passa dai dissensi verbali e dagli insulti individuali alle aggressioni collettive con attacchi concentrici contro le forze dell’ordine che hanno solo “il torto” di far rispettare i principi legali e costituzionali per il bene di tutti.
Sul concetto di democrazia, le interpretazioni sembra siano ad uso e consumo di chi li professa perché se l’interlocutore non la pensa allo stesso modo, diventa subito un nemico politico da cancellarne l’esistenza.
E’ chiaro che noi non siamo i difensori d’ufficio di questa o di quella formazione politica, né facciamo il tifo per chicchessia e le nostre preferenze, che certamente abbiamo, le esprimiamo solo all’interno della cabina elettorale.
Tuttavia avvertiamo la necessità di evidenziare che se non si abbassino i toni e non si evitino le manifestazioni violente, i danni si rifletteranno non solo su tutti noi, ma anche e soprattutto sulle generazioni future.