Combattere il terrorismo è dovere di tutti
Roma, 22 novembre – Quanto sta accadendo in questi giorni di paura, di apprensioni e di preoccupazioni causate dalle barbarie del terrorismo islamico, dovrebbe indurre le nostre forze politiche ad una pausa di riflessione, perché sono in gioco i destini dell’Italia, dell’Europa e di tutto il mondo.
Nella circostanza comprendo anche la moderazione di Renzi, e dei suoi ministri, per controllare e governare le spinte centrifughe dei nostri schieramenti politici e parlamentari frastagliati e divisi come, credo, in nessun altro paese occidentale.
Non a caso il Premier si ostina a ripetere che l’Italia non ha dichiarato guerra a nessuno, riaffermando il principio, secondo il quale siamo semplicemente impegnati a cooperare nell’ambito dei trattati europei, peraltro vincolanti ed imprescindibili per tutti i membri della Comunità
Non sono certo l’avvocato d’ufficio del Presidente Hollande, ma nella drammatica circostanza ritengo vada elogiato per la fermezza e la responsabilità, intercettando, così, le aspettative della stragrande maggioranza dei Francesi che lo ha scelto e votato.
A differenza dei nostri amici transalpini, da noi, retorica a parte, non sono pochi coloro i quali antepongono i propri interessi di bottega a quelli nazionali, nonostante il nostro “Bel Paese” venga indicato come uno dei più a rischio d’Europa.
Di certo la strage di Parigi ha cambiato la vita di quasi tutti e oggi, checche se ne dica, nessuno ostenta più quella sicurezza e disinvoltura di prima, sia nel tempo libero che nell’esercizio dei propri hobby, come pure nelle trasferte obbligatorie per motivi di affari o di lavoro
Purtroppo questo allarmismo contagioso e pericoloso sembra destinato a perdurare, perché la malapianta del terrorismo è assai difficile estirparla.
In questa drammatica circostanza Renzi è chiamato a dimostrare (se le ha), le proprie doti di “politico”, oltre a quelle già note di “rottamatore” ed “asfaltatore”, officiando e sacrificando sull’altare del “bene comune”, le ambizioni, più o meno legittime, dei vari partener della stessa maggioranza e dell’opposizione.
In Francia, si formula già l’ipotesi di un governo di “unità nazionale” nel caso i terroristi concretizzassero le loro minacce di ricorrere alle armi chimiche e batteriologiche.
In questo caso sarei pronto a scommettere che tutte le forze politiche (di centro, di sinistra e di destra) si porrebbero al fianco del loro Presidente, senza esclusione alcuna.
In Italia, invece, con l’aria che tira, difficilmente si verificherebbe lo stesso “miracolo” e questa quasi certezza è poco edificante e controproducente, per tutti.