Politica

E NAPOLITANO METTE IL BAVAGLIO ALLA STAMPA

Ma siccome si tratta della difesa del nuovo  leader della sinistra, Fini, nessuno ulula al vento.
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Il Presidente Giorgio Napolitano al ritorno della vacanza a Stromboli,  in un’intervista al giornale organo di partito “l’Unità”, ha affermato che “Occorre consolidare i segni della ripresa e far fronte alle tante difficoltà e incognite” e “Ma, chiedo, se invece si va verso un vuoto politico e verso un durissimo scontro elettorale, quali possono essere le conseguenze per il Paese?”. Poi, parlando della querelle sulla casa di Montecarlo che vede coinvolto il presidente della camera Gianfranco Fini, avverte “È una campagna gravemente destabilizzante, è ora che finisca perché l’Italia ha bisogno di risposte ai problemi e non di una resa dei conti”.
 
Certo, ha ragione.
 
L’economia è in ripresa, risultato riconosciuto al Governo da tutti in  Europa anche se questo dispiace a Bersani e la Bindi, per cui l’invito di Napolitano a progredire è più che sacrosanto.
 
Giusto anche l’intervento a difesa delle istituzioni e la garanzia della stampa libera.
 
Su questo, però ci coglie qualche dubbio perché era sempre Lui presidente della Repubblica quando  nelle scorse estati, gli attacchi della stampa libera e senza bavaglio erano indirizzati senza riserve nei confronti del capo di un’altra carica istituzionale, il presidente del Consiglio, ma in quelle occasioni non si è mai sentita la Sua voce.
 
Forse in rispetto della libertà di stampa o forse perché il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi, proprio quello che ha mandato a casa il partito del Presidente.
 
Oggi, si intima a 2 soli miseri giornali   (nella miriade dei massa media!) di cessare immediatamente gli attacchi alla terza carica dello Stato, Gianfranco Fini. Si, lo stesso Gianfranco Fini che ha contribuito a creare il Pdl, salvo poi quando ha visto la sua popolarità appiattirsi per la carica, attaccare il Governo in ogni sua azione tanto che oggi è tirato per la giacchetta da tutta la sinistra e che sostanzialmente lo ha eletto capopopolo contro Berlusconi.
 
Che siano reminiscenze del vecchio Partito Comunista Italiano?
 
Presidente, La preghiamo di continuare a guidare, con piglio sicuro, il Paese ma intervenendo in pieno rispetto dei Suoi (seppur limitati) poteri come stabilisce la Costituzione, ma senza schierarsi politicamente. Non farebbe bene al Paese di cui Lei è il rappresentante.
 
Ma, indirettamente farebbero bene ad ascoltarLa perché, continuare con questa polemica, serve solo ad alcuni politici  del Pdl  entrati in contrasto con la “casa madre”,  personaggi fino a ieri noti solo, forse, nel loro collegio mentre oggi, diventati novelli Bruto, occupano sui massa medi spazi che non avrebbero mai immaginato!
 
 
 
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