Se dovessi recarmi domani alle urne non saprei per chi e per cosa votare.
(Cosmo G. Sallustio Salvemini)
Stanno emergendo tanti e tali misfatti da suscitare lindignazione generale.
Non se ne può più.
Ogni giorno vengono svelati episodi di corruzione nei quali si trovano coinvolti i protagonisti della scena politica.
Alcuni ipotizzano una nuova tangentopoli, altri dicono che la situazione è più grave di quella del 92. Hanno ragione gli uni e gli altri. Quali potrebbero essere le cause? E difficile enumerarle.
Credo che una delle cause principali risieda nellaffannosa caccia al voto per le persone anzichè per i programmi.
È lotta (che spesso degenera in velenosa rissa) per loccupazione di poltrone lautamente remunerate.
E questo il peccato originale della democrazia elettoralistica, fondata cioè su costose campagne elettorali sovvenzionate, più o meno lecitamente, da potenti lobby.
Per i politici di mestiere la più assillante preoccupazione è quella di reperire il denaro necessario per affrontare le campagne elettorali.
Bisogna pur pagare i membri dello staff, i manifesti, i galoppini, le cene e via dicendo. Dove e come trovare le (ingenti) risorse economiche? Ecco il punto nodale del problema.
E in questa spasmodica ricerca di denaro la fonte principale della corruzione dei politici. In questa ottica trova spiegazione il fenomeno delle tangenti che è presente in quasi tutti gli appalti delle opere pubbliche.
E nellattuale (perverso) meccanismo elettorale che va individuata la ragione principale dei comportamenti disonesti di alcuni (troppi) politici.
Il tallone dAchille della democrazia elettoralistica è nel fatto che i voti vengono acquistati anzichè conquistati. I cosiddetti voti dopinione non sono affatto determinanti per vincere le elezioni; sono minoritari nei confronti della marea dei voti di scambio, che vengono offerti (o venduti?) dai capibastone.
E questa, purtroppo, lamara verità di fronte alla quale la Casta continua a comportarsi come lo struzzo.
E gente che merita ancora i nostri voti? Fatto sta che tira ancora il vento della famigerata Prima Repubblica.
Che fare?
Il Movimento Salvemini insiste nel proporre umilmente la madre di tutte le riforme: votare solo sui programmi per stabilire le percentuali dei consensi popolari e poi attribuire i seggi mediante sorteggio ogni tre anni, per impedire ai gestori della res publica di coltivare nel lungo periodo il sistema corruttore sul quale prosperano le fortune dei faccendieri e dei politicanti.
Urge, pertanto, modificare la Costituzione (rivelatasi palesemente inadeguata a risolvere lattuale gravissima situazione) introducendovi il metodo greco-antico della demo-merito-sorte-crazia. Altrimenti corriamo il rischio di far lievitare lastensionismo (oggi al 41%) fino a superare il 50%. In tale sciagurata ipotesi nessun Parlamento e nessun Governo sarebbero legittimati ad operare, in quanto espressione della minoranza del Corpo elettorale.
A questo punto il Capo dello Stato potrebbe (o dovrebbe?) indire le elezioni per una nuova Assemblea costituente.
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