Questo il titolo: “L’ascesa del crimine ambientale”. Questi reati comprendono traffico di specie selvatiche, taglio illegale di boschi, contrabbando di oro e altri minerali, pesca di frodo, traffico di rifiuti etc. Il fatturato delle ecomafie aumenta nel mondo, più velocemente del Pil. Nel 2016 raggiungerà i 258 miliardi di dollari, con un aumento del 26% rispetto al 2014. Nell’ultimo decennio i ricavi dai reati ambientali sono aumentati del 5-7% ogni anno. I reati contro l’ambiente sono la quarta attività illecita al mondo per volume d’affari, dopo droga, contraffazione e traffico di esseri umani. Sullo stesso tema, il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki Moon, ha precisato che si può contare sulla leadership dell’ Italia in materia ambientale. “Esprimo le mie congratulazioni al Ministero dell’Ambiente italiano in occasione del suo trentesimo anniversario. In un momento in cui il mondo si impegna per dare attuazione alla Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile e all’accordo di Parigi sul cambiamento climatico – ha osservato Ban Ki Moon – è incoraggiante sapere che le Nazioni Unite possono contare sulla costante leadership dell’Italia. Nella certezza – ha concluso – che l’azione italiana contribuirà a costruire un futuro di pace e prosperità su un pianeta in salute..”.
Di crimini ambientali ha parlato nei giorni scorsi anche il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, alla celebrazione per i trent’anni del suo Ministero, alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella: “Le ecomafie, criminalità organizzata che aggredisce e avvelena per i suoi affari illeciti il territorio, sono un massacro di natura e una minaccia per la salute pubblica, come sanno gli abitanti della cosiddetta ‘Terra dei fuochi’, a cui dobbiamo la difesa dalle cosche e la bonifica della loro terra”. Il Presidente del Senato Grasso a sua volta ha detto: “A livello nazionale il rispetto e tutela del paesaggio e dell’ambiente sono tematiche di drammatica attualità e urgenza. La questione ambientale, che deve essere una priorità per tutti, e l’interesse verso l’ambiente, si sono via via radicati nella coscienza collettiva…Il fenomeno delle cosiddette ‘ecomafie’ in Italia è presente da anni, decenni. Troppo a lungo è stato sottovalutato. La criminalità organizzata ha da tempo messo le mani in affari che sono ‘sporchi’ per definizione, sfruttando la convinzione generale, assolutamente errata, che i crimini contro l’ambiente siano dei ‘reati minori’. Il traffico illecito e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, il saccheggio dei beni archeologici, il commercio illegale di specie animali e vegetali protette, l’abusivismo edilizio, gli incendi boschivi, i traffici e le contraffazioni e le adulterazioni nella filiera agroalimentare sono soltanto alcune delle modalità di arricchimento delle mafie. A livello legislativo, l’introduzione avvenuta lo scorso anno nel Codice Penale di specifici reati contro l’ambiente è un passo avanti fondamentale, sebbene tardivo, che consentirà di perseguire quei reati in modo più efficace. Tuttavia – riconosce il Presidente – non è sufficiente una legge a cambiare davvero e in modo duraturo i comportamenti collettivo… È necessario che la consapevolezza dell’importanza che riveste l’ambiente – in particolare per un Paese così ricco di storia e ricchezze paesaggistiche come il nostro – sia ulteriormente diffusa e accresciuta nella coscienza di tutti”.
Sul tema, nostro articolo: “Finalmente norme efficaci per la tutela ambientale!” del 29 Aprile 2016