Ancora una volta, il trasformismo compromissorio e la messa all’asta della propria dignità politica vengono sacrificati sull’altare del proprio tornaconto, ignorando platealmente la logica del buon Governo e soluzione dei principali e più urgenti problemi del Paese.
Nei prossimi giorni si voterà in Sicilia per le regionali e tra qualche mese ci saranno le elezioni politiche generali sul cui esito gravano molte incognite e pesanti incertezze.
Ebbene, non abbiamo ancora una nuova legge elettorale, né sappiamo molto su quella con cui, in un modo o nell’altro, dobbiamo esprimere il nostro voto, Consulta permettendo.
L’aspetto più inquietante è che tutti fanno promesse già fatte e ripetute come la riduzione delle tasse, sgravi per le imprese finalizzati ad incentivare gli investimenti, riforma dell’estenuante burocrazia ed altri stucchevoli sermoni del genere senza mai precisare tempi e modi di applicazione per cui non si crede più a niente ed a nessuno.
Ma questi signori del centrosinistra, del centrodestra e dei rimasugli del Centro che trascorrono le loro giornate a trattare platealmente o sottobanco. davvero credono di avere il sostegno incondizionato di “un popolo bue” che li segue sempre e comunque ?.
Molto probabilmente costoro non hanno mai letto o non capito l’ammonimento del vecchio adagio quando invita gli interessati a “non fare mai i conti senza l’Oste”.
Con tutto il rispetto per gli “addetti ai lavori” dell’Ente preposto alle statistiche e per i sondaggisti di comodo che si danno molto da fare, l’Italia non può ritenersi fuori della crisi economica perchè alcuni dati come l’occupazione e la disoccupazione contrastano tra di loro e per quanto riguarda la crescita nei Paesi dell’Unione Europea abbiamo dietro soltanto la Grecia.
Giova ricordare che nel PD la lotta per la premiership, che tantissimi davano per scontata a favore di Renzi. appare un po’ incerta perché aumenta la popolarità di Gentiloni ritenuto molto capace ed accattivante.
Nel centrodestra non è stata fatta nessuna scelta e quasi tutti sono convinti che l’ultraottantenne Berlusconi non ha nei suoi programmi la scalata a Palazzo Chigi.
Quanto al Movimento pentastellato, Il candidato Di Maio non andrà da nessuna parte se si ostina a rifiutare intese ed alleanze con chicchessia.