ELEZIONI REGIONALI A ROMA

Non bisognava avere la sfera di cristallo, per indovinare che a Roma la lista del Pdl sarebbe stata esclusa dalla competizione.

Pur non essendo degli astrologi né sensitivi, all’inizio della vicenda della presentazione delle schede elettorali per le elezioni Regionali del Lazio ed in particolare per la provincia di Roma, avevamo fatto delle previsioni che si sono pienamente avverate e cioè, come diceva una vecchia canzone …. non c’è più niente da fare.
Certo che se le circostanze oggetto di ricorso da parte del Pdl fossero vere e sono state rigettate dai Giudici italiani, sarebbe grave e bisognerebbe  ricorrere alle Corti Europee ma se gli eventi sono quelli accettati ed “accertati” dalla Magistratura italiana, allora non ci voleva un mago per capire come sarebbe finita la vicenda.
Certo, per un “cavillo”, nella provincia di Roma le elezioni saranno falsate ma questa è la realtà.
La campagna elettorale, viene poi condita dalle parole di Berlusconi contro alcuni “magistrati di sinistra” che deciderebbero   le sorti politiche dell’Italia.
Forse sono delle esagerazioni, fissazioni o farneticazioni però ci sembra pure che qualche magistrato gli fornisca molte munizioni da sparare.
Eh si, perché agli occhi di tutti appare strana la coincidenza che  all’avvicinarsi di qualsiasi tipo di elezioni, si verifichino fughe di notizie riservate su squarci della vita privata di Berlusconi o qualche suo “rappresentante” o vengono emessi avvisi di garanzia anche per fatti vecchi di decenni e quasi prescritti da soli, quasi che vengano tirati fuori dal cilindro di un mago.
Se ci sono reati, debbono essere perseguiti, ma senza farli sempre coincidere con il periodo elettorale.
E se riforma della Giustizia deve essere fatta, l’ANM dia il suo apporto propositivo e positivo,
come si è recentemente espressa sui rapporti con la vita politico-amministrativa, sul rigore e trasparenza della magistratura e la richiesta di introduzione del divieto per i Magistrati di entrare in politica.
Questo potrebbe veramente sanare i rapporti fra i poteri dello Stato per il bene della Nazione.
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