Per una volta tanto cronisti, osservatori politici e commentatori delle più disparate forze politiche ed indipendenti, sono concordi nell’attribuire il merito della vittoria del centro-destra all’intramontabile leader di Forza Italia.
Ha vinto, appunto, Musumeci col 40 %, mentre al 2° posto si è piazzato il grillino Cancellieri col 34%.
Chi è uscito con “le ossa rotte” classificandosi soltanto al 3° posto, è stato il prof. Micari (18%) indicato e sostenuto dal segretario del suo partito, Matteo Renzi e dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
A bocce ferme si può osservare che i “renziani” hanno riconosciuto la propria sconfitta e stanno cercando in tutti i modi e le maniere di stemperare il trionfalismo dei vincitori e, al tempo stesso, ridimensionare la propria “deblache” insistendo che, tutto sommato, si è trattato solo di un test amministrativo anche se di una certa rilevanza.
Alquanto sorprendente il disastro che ha travolto Alternativa Popolare di Angelino Alfano, il quale nella sua vera o presunta roccaforte, non è riuscito a far eleggere nemmeno un solo rappresentante nel consiglio della sua Regione.
Chi ha avuto modo, in questi giorni, di vedere e di ascoltare Renzi ha potuto rendersene conto del suo cambiamento umorale ed espressivo perché è certamente consapevole che le sue “chances” di ritornare a Palazzo Chigi potrebbero risentirne.
Non v’è alcun dubbio che non sarà facile amministrare la Sicilia come, del resto, alcune altre Regioni italiane, dal momento che il malgoverno come la corruzione e l’evasione fiscale, si annidano in tantissimi Enti pubblici e privati.
Nel mentre, le ultime notizie annunciano già l’arresto di un neo-eletto deputato della maggioranza, Gaetano De Luca, dell’Udc, e ciò, di fatto, ha già riaperto il dibattito sui cosiddetti “impresentabili” sollevato qualche tempo fa e sostenuto ad oltranza dall’on Rosy Bindi.