Cosa succede? Il 6 febbraio Emiliano davanti al Csm
Hanno scoperto che il Magistrato fa politica attiva
Roma, 23 gennaio 2917 – Il Consiglio Superiore della Magistratura ha scoperto ora che il Magistrato Michele Emiliano svolge vita politica attiva quale Sindaco di Bari dal 2004 al 2014 e presidente della Regione Puglia dal 2015. Inoltre dall’ottobre 2007 è segretario regionale del Partito Democratico in Puglia, diventandone poi presidente regionale fino al 2014.
Poiché è iscritto al Pd, partecipa alla vita di quel partito in “forma sistematica e continuativa” ma essendo ancora un magistrato, ha compiuto un illecito disciplinare, perchè ha violato la norma che vieta alle toghe di fare vita attiva nelle formazioni partitiche, il 6 febbraio prossimo dovrà difendersi davanti alla Sezione disciplinare del Csm da tale incolpazione.
La Procura Generale della Cassazione, evidenzia nell’atto di incolpazione come le cariche dirigenziali rivestite “presuppongono per statuto l’iscrizione al partito politico di riferimento” ma, “per converso, non sono coessenziali all’espletamento dei mandati” che Emiliano ha svolto presso gli enti territoriali.
“Iscrivendosi a un partito e svolgendovi attività partecipativa e direttiva in forma sistematica e continuativa – continua il Csm – ha violato la disposizione del decreto legislativo 109 del 2006 che prevede come illecito disciplinare questi comportamenti”. “Detta norma, a sua volta attuativa della prescrizione posta nell’art.98, terzo comma, della Costituzione, posta a garanzia dell’esercizio indipendente e imparziale della funzione giudiziaria e valevole anche in relazione ai magistrati che non svolgano temporaneamente detta funzione, per essere collocati fuori del ruolo organico della magistratura”.
In un’intervista, Emiliano ha replicato: “Sono l’unico magistrato nella storia della Repubblica italiana eletto democraticamente dal popolo come Presidente della Regione, al quale la Procura generale della Cassazione contesta l’iscrizione ad un partito politico, nonostante non svolga le funzioni di magistrato da 13 anni causa l’espletamento di mandato elettorale”.
“In 13 anni ho sempre fatto politica all’interno di formazioni politiche assimilabili a partiti politici, prima liste civiche e poi nel Pd a partire dal 2007”, dice Emiliano in una nota. “L’ho fatto sin dall’inizio richiedendo l’aspettativa anche se la legge non mi obbligava a farlo. L’aspettativa infatti serviva a far cessare l’esercizio delle funzioni ed a rispettare il divieto di iscrizione ai partiti per i magistrati”. “Ho avuto per questo un blocco di carriera che avrei evitato se avessi scelto di rimanere in servizio come la legge mi consentiva”.
“Secondo la teoria accusatoria dunque esisterebbero due tipi di politici in Italia”, continua il Governatore della Puglia “Quelli che una volta eletti dal popolo hanno il diritto di costruire la politica nazionale dentro i partiti ai sensi dell’art. 49 della Costituzione, che recita, ‘Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale’. E quelli che possono sì essere eletti, ma devono rimanere da soli, senza la possibilità di fare politica in partiti o gruppi parlamentari di partito” ponendo la domanda “Tra questi ultimi ci sono solo i magistrati. Che dovrebbero dunque farsi eleggere senza candidarsi in liste di partito o iscriversi a gruppi parlamentari. Che differenza infatti vi sarebbe tra una tessera di partito e la candidatura in un partito o l’iscrizione ad un gruppo parlamentare?” per concludere poi “Non temo dunque il giudizio del Csm, al quale mi rimetto con fiducia”.
Qualche maligno ha avanzato l’ipotesi che sia conseguenza della sua probabile candidatura quale sfidante di Matteo Renzi alla guida del Pd.