La grande falla della sicurezza europea

Roma, 25 marzo – Dopo i gravissimi fatti di terrorismo a Bruxelles e prima a Parigi che hanno evidenziato enormi falle nel sistema di sicurezza europeo, apprendiamo che l’Isis ha addestrato e inviato in Europa centinaia di combattenti per attacchi nel Continente; si tratta di cellule come quelle di Parigi e Bruxelles con l’ordine di scegliere i luoghi, i tempi e i metodi di attacco.

La notizia è  dell’Associated Press e proviene da fonti della sicurezza europea ed irachena.

Anche in Italia sarebbero presenti membri della cellula degli attacchi di Parigi; si tratterebbe di cellule “interconnesse”, come quelle che hanno agito anche a Bruxelles, sguinzagliate in molti dei Paesi del vecchio continente. Gli elementi della cellula sarebbero sparsi tra Germania, Gran Bretagna, Italia, Danimarca e Svezia e farebbero parte dell’esercito di 400 jihadisti che lo Stato islamico ha inviato in Europa per compiere attacchi.

Allora, siamo in guerra? L’ha detto il Presidente Hollande… 

Lo predicano in queste ore anche nostrani politici di vario colore in perenne campagna elettorale nelle oblunghe trasmissioni in TV. Possiamo tuttavia affermare che parlare di guerra guerreggiata contro il terrorismo ancorchè globale è impegnativo; un’affermazione spettacolare che evidenzia sia la fragilità della politica, subordinata alla macro-economia, sia la necessità di rispondere alla paura della gente con il teatro della sicurezza, sia infine e soprattutto la possibilità di essere tacciata giustamente di debolezza. Il pericolo che si corre percorrendo questa strada è la  diminuzione dei diritti dei cittadini magari guardando alla destra radicale in cerca di voti. Ancora, che significato ha dichiarare guerra ad uno stato illegale da nessuno riconosciuto? La minaccia del jihadismo,  pur nella sua complessità spaventosa, non è il problema più grande dell’Europa in quanto le Nazioni sono indebolite dalla crisi economica per il ritorno della povertà che sappiamo dalla storia è una realtà difficile da gestire proprio per la forte reazione della gente contro la malapolitica, le lobby e le cricche economiche.

Ora, una domanda ovvia. In che modo i Governi occidentali sostengono i Paesi più ricchi del Golfo, ben sapendo che alcuni sostengono i terroristi? Siamo certi che il terrorismo di cui parliamo non sia una leva politica di paesi ritenuti amici?  Ai posteri l’ardua sentenza!

Veniamo ai fatti di casa nostra.

Nel 2005, in Francia, protagoniste della rivolta delle periferie sono state le seconde e terze generazioni di integrati che non si sentivano Francesi. Da noi, invece, queste generazioni, diciamo di “regolari”, stanno crescendo adesso con l’aggiunta di immigrati “irregolari” il cui numero aumenta continuamente… con una maggiore percezione di insicurezza da parte della cittadinanza residente, tanto da poter sostenere che per le misure repressive della criminalità occorre segnalare come, pur non potendo certo essere trascurati i fatti più gravi, questi risultano essere non in aumento e non riferibili alla realtà delle periferie.

Viceversa, sembrano oggi richiedere una particolare attenzione alcune condotte meno gravi, quali i reati lievi oggi non più perseguibili, illeciti non penali, comunque fonte di disagio sociale.

I Servizi di Intelligence e gli Uffici Analisi delle Polizie a competenza generale avranno certamente un quadro più aggiornato dei fenomeni in esame e mentre lasciamo al gran popolo dei sociologi televisivi approfondite analisi sui risvolti di loro competenza, noi faremo, invece, alcune riflessioni sul gran tema della sicurezza interna.

In primis, con urgenza, andrebbe studiato per le Polizie un nuovo modello che monitori i fenomeni in raccordo costante  con l’Intelligence e attui un programma coordinato di vigilanza massiva, assidua e presente nelle 24 ore, dalle aree isolate anche rurali a quelle  periferiche urbane e mega urbane. per cogliere segnali importanti di disagio sociale unitamente a reparti dell’Esercito.

La risposta, quindi, passa alla politica, che pensi finalmente ai cittadini, perché i cittadini elettori le chiederanno, presto, conto e risposte…..

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