Primo, non può più negare l’evidenza dei suoi fallimenti, come sempre, invece, è avvenuto nel PCI.
Secondo, nelle sezioni del PD, a domande precise, oggi non si risponde più, ma si torcono le labbra.
Terzo, nel PD non si conosce bene la matematica quindi e questo dice molto perché nessuno si chiede tutti i miliardi che il PdC programma di investire nel futuro, da dove li prende.
Su questa situazione, Renzi ha basato tutta la sua politica ma siccome “tutti i nodi vengono al pettine”, oggi, arrivato all’esaurimento del suo repertorio verbale, retorico e mimico, tenta, come si è reso evidente, ormai, da qualche settimana, di “arrampicarsi sugli specchi” e di “vendere lucciole per lanterne”.
La situazione reale qual’è?
Per sostenere la sua politica, non “espansiva”, lo ha dichiarato lui, ma “restrittiva”, il debito pubblico è aumentato (era addirittura lapalissiano!!!…altrimenti da dove li prendeva i soldi), l’occupazione, secondo i dati dell’ISTAT, è in continua diminuzione, mentre lui afferma il contrario, e il PIL è aumentato solo dello 0,7% e lui dichiara lo 0,8% per illudersi da solo e il valore è molto, ma molto inferiore alla media europea (…e, come poteva essere diversamente…aziende chiuse e consumi bassissimi?…), ma lui recita la parte del soddisfatto e, siccome, al punto in cui siamo, ha preso a “consolarsi con l’aglietto”.
Dichiara stentoreamente che il 2015 è andato molto meglio delle previsioni…”contento lui?!…”, ma non sono contenti gli italiani, però.
Poi restano i lati oscuri dell’Expo, del petrolio. Per portare avanti questa politica, consideriamo l’”acquisto di pezzi di opposizione” (i cui elementi, in barba a quanto avevano garantito agli elettori, si sono lasciati ‘convincere politicamente ‘ – quell’unica volta fatta da Berlusconi è stato ‘corrompere’, quindi reato).
Le uniche garanzie che ha fornito, le ha espresse al “futuro” (predicente o volitivo, secondo la grammatica anglosassone, ma inconsistente, secondo la nostra), pagheremo, faremo, diremo (ma quest’ultimo non fa testo) ecc., ecc. I pensionati, i poliziotti e le imprese che vantano crediti con lo Stato sono sempre in attesa come donne incinte.
Per finire in bellezza, poi, la “promessa” di risarcire i risparmiatori truffati dalle banche fallite ma salvate da lui con un “codicillo” per compiacere il Ministro Boschi. Non si sa come potrà mantenerla perché problemi ce ne sono e non uno solo… ma, quella delle banche è una questione di “codicilli”. Come ha salvato Boschi, padre e figlia, a questa “promessa” applica un altro codicillo, “al contrario” però, cioè “sempre che i truffati dimostrino di essere stati truffati”!…
Ma come fa un risparmiatore a dimostrare di essere stato truffato? Non è un esperto di investimenti e di finanza per cui, sulla garanzia dell’onestà del bancario (che deve fare gli interessi del cliente, altrimenti finisce di fare quelli della banca), ha firmato quindici, venti fogli scritti a carattere 8 o al massimo 9 su cui figurano grafici che lui, risparmiatore, non sa proprio cosa significhino, per cui?!…
In altri tempi, per molto meno…ma proprio ”per molto meno”…sarebbero stati versati fiumi di inchiostro per sporcare la prima pagina dei giornali con il titolo a caratteri cubitali “Il governo Berlusconi travolto dallo scandalo delle banche”, con le ragazzine sempre per quel “molto meno”, sarebbero andate a fare i caroselli sotto il Quirinale facendo i ‘girotondi’ per festeggiare le dimissioni del premier.
Oggi, tutto questo non è successo e, alla luce della ragione, coloro che sfruttano il cervello per la funzione che la natura gli ha delegato, si chiedono il “perché”, quali interessi ancora si nascondano sotto il mantenimento ad oltranza di questa situazione che appare lampante agli occhi di tutti… ah, no! Agli occhi di tutti no; resta sempre un PD in cui nonostante ad alcune domande “si storca la bocca”…non viene meno al dovere imposto dalla sua costituzione di credere anche al di là dell’evidenza e di sostenerlo…ad oltranza!
Bene. Il discorso di fine anno di Renzi è stato questo e, siccome non c’è da stare allegri, si impone una domanda alla quale non c’è risposta, “perché?”