Fiocco azzurro a Palazzo Chigi
Dopo un tormentato e difficile travaglio che ha tenuto in ansia l’intero mondo politico e gran parte dell’opinione pubblica, è finalmente nato il nuovo governo presieduto dall’On. Enrico Letta.
Non si è trattato di un “parto naturale”, perché una formula di questo genere non era prevista, né prevedibile per tutta una serie di fatti e circostanze che continuano a causare fortissimi “mal di pancia” in entrambi gli schieramenti, col ragionevole rischio di pregiudicarne la sopravvivenza. Sappiamo tutti che tra le diverse parti politiche, ci sono forze che lo hanno fortemente voluto, altre che lo hanno supinamente accettato per evitare guai peggiori ed altre ancora che lo hanno decisamente avversato e continuano o votargli contro, convinti, come pare siano, che non sia questo l’esecutivo capace di traghettare l’azienda Italia fuori dalla crisi. Purtroppo, l’aspetto più inquietante e preoccupante è la sensazione netta che prevalgano gli interessi personali e di bottega rispetto a quelli generali della nostra gente, tuttora alle prese con difficoltà sempre crescenti. Accantonando le rispettive posizioni personali e di gruppo, tutte lecite e rispettabilissime, ritengo obbiettivamente azzardato un qualsivoglia giudizio di merito, perché abbiamo a che fare con degli uomini, prigionieri delle loro debolezze, delle loro passioni, delle loro formazioni politiche, culturali e caratteriali, motivati (spero in buona fede), dal desiderio di essere, oltre che di apparire, sostenitori di nobili ideali di alto profilo etico e morale. Mi rendo perfettamente conto di quanto sia imbarazzante e difficile sedere allo stesso tavolo con soggetti odiati e combattuti per decenni senza esclusione di colpi. Se poi aggiungiamo le “vittime” illustri e carismatiche sacrificate sull’altare di questo anomalo “rendez-vous”, allora è doveroso convenire che, nonostante le apparenze, le laceranti ferite stenteranno a rimarginarsi, almeno nel breve e medio termine, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. Conseguentemente, appare molto verosimile che l’auspicata riappacificazione nazionale, resta ancora lontana, specie se si tiene conto del fatto che in entrambi gli schieramenti militano soggetti che hanno vissuto sulla propria pelle, le drammatiche conseguenze del secondo conflitto mondiale. Personalmente ritengo che la vera e duratura pace sociale potrà essere raggiunta attraverso un ulteriore ricambio generazionale ed un radicale rinnovamento delle infrastrutture e del management pubblico e privato. Una forte spinta in questa direzione potrebbe darla il nuovo governo, realizzando gli obiettivi più imporranti contenuti nel documento programmatico sul quale, paradossalmente, sembra siano quasi tutti d’accordo, ma nei fatti, non tutti lo votano. Peccato che la nascita del nuovo governo sia stata turbata da un grave attentato contro i Carabinieri che presidiavano la Piazza in difesa del Palazzo e della stessa “casta”. A farne le spese è stato un sottufficiale dell’Arma che tuttora sta lottando tra la vita e la morte. L’attentatore ha dichiarato che voleva colpire i politici e ciò pare abbia in certo qual modo ammorbidito gli oltranzisti degli inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama, ma il prezzo pagato dalle forze dell’ordine, è stato ancora una volta molto alto.