Roma, 8 maggio – Con il contratto unilaterale stilato con la sua Giunta di sinistra , Marino ha pesantemente penalizzato i dipendenti Comunali.
La vicenda ha avuto il massimo clamore con il virulento attacco contro la Polizia Locale di Roma Capitale legata al concertone di capodanno, che ha visto sollevare un elefantiaco polverone conseguendo il parto di un topolino. L’attacco ha però avuto un effetto assolutamente imprevisto: è servito a compattare la Polizia Locale di tutta Italia, con lo sciopero nazionale, a Roma, dello scorso 12 febbraio. Effetto: rispolvero della rotazione anticorruzione in vigore da anni ma mai adottata, di tutta la Polizia Locale romana.
Il 25 marzo, dopo la preintesa siglata dalla Cgil e dalla Cisl sul contratto unilaterale già adottato ed in vigore dal 1° gennaio, si è svolto il referendum dei dipendenti comunali. Risultato: ennesima bocciatura da parte dei lavoratori che si erano visti abbandonare, oltre che dallo schieramento politico che dichiaratamente aveva sempre portato la bandiera della difesa dei lavoratori, anche dai sindacati più rappresentativi, Cgil e Cisl.
La Giunta Marino, mantenendo la sua linea, è partita all’attacco del corpo insegnante comunale. Applicando il suo contratto unilaterale, senza preoccuparsi di alcuna eventuale condanna per comportamento antisindacale e con il silenzio di buona parte della stampa, per il periodo di chiusura per festività pasquali, ha imposto alle maestre ed educatrici di presentarsi, durante l’orario di lavoro, presso i rispettivi Municipi della Capitale per svolgere compiti amministrativi nemmeno programmati e senza che le docenti fossero abilitate o preparate a tale impiego. Di fatto, si sono ritrovate a stazionare, in gruppi di 30-40 persone, ammassate nelle stanze dei Municipi o nelle aule dei Consigli. Tale situazione, era stata ampiamente dimostrata con fotografie proposte sui social network. La stampa, le ha fatte sue e riportava la notizia, creando l’irritazione del sindaco Marino e dei suoi politici.
Scatta altra rappresaglia ma, non essendo in guerra dichiarata, senza spargimento di sangue.
Così, anche per il 21 aprile, in occasione della festività per la ricorrenza della fondazione di Roma, applicando la nuova disciplina unilaterale della Giunta Marino, sono stati precettati insegnanti, amministrativi e tecnici.
Intanto, il disappunto del Sindaco per il comportamento degli appartenenti al settore scolastico, ha preso forma il 22 Aprile 2015. Il Direttore del Dipartimento dei Servizi educativi e scolastici, con protocollo 13652, ha inviato una comunicazione riservata a tutti i Direttori di Municipio invitandoli ad assumere provvedimenti disciplinari nei confronti delle insegnanti e delle educatrici che avessero fornito “sia ai media che ai genitori dei piccoli utenti, informazioni non corrette circa l’applicazione dei nuovi istituti contrattuali”.
Tradotto: le insegnanti non possono e non devono parlare con nessuno, tentando così di imbavagliare i lavoratori e la stampa.
La vicenda ha avuto vasta eco, con interrogazioni parlamentari ed interessamento dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani, per le evidenti intimidazioni e limitazioni alla stampa, contenute nel documento.
Per reagire e rispondere a tali imposizioni che, fatte da altri partiti, verrebbero definite “fasciste”, il movimento “La Dignità” con altre organizzazioni autonome, ha organizzato per sabato 9 maggio, alle ore 11,00 in Piazza del Capidoglio, un flash mob denominato “NO AL BAVAGLIO!”. I partecipanti dipendenti capitolini, settore scolastico, amministrativo e della Polizia Locale, portando una fascia nera al braccio in segno di lutto, ponendosi un bavaglio davanti alla bocca, osserveranno per circa 30 minuti, prima seduti e poi in piedi, il massimo silenzio per poi lasciare, sempre senza parlare, la Piazza.
Quale sarà la prossima mossa del democratico sindaco Marino?
Probabilmente la richiesta al Prefetto ed al Questore di impedire l’accesso in Piazza del Campidoglio ai dipendenti comunali, se non per motivi di lavoro!