Roma, 06 dicembre 2019 – Qualcosa di preciso, è inutile dirlo, non si può sapere. Chi dice una cosa e grida al terrorismo degli altri, chi dice l’esatto contrario e grida alla malafede degli uni. Alla sostanza questo MES, che per lungo tempo e per i più è stato solo una “sigla”, come tutte le cose che ormai costituiscono la nostra vita, è comprensivo di due aspetti diversi e contrapposti in un’Europa che non esiste e che non è mai esistita perché ognuno si fa i fatti suoi e basta.
Nella sintesi della sintesi, è un fondo salva-stati a cui tutti devono contribuire e a cui possono attingere quelle economie in grande difficoltà a causa di un alto debito pubblico; “rose e fiori e orizzonti illimitati e radiosi”.
Da dove esce fuori? Non si sa; è apparso all’orizzonte politico ed economico come i funghi dopo l’acquazzone. È qui che sorgono i problemi; concordato da tutti, ma a conoscenza di nessuno.
Perché? Il PdC è subito laconico; ne erano a conoscenza tutti. C’è qualcosa che non funziona; se era “rose e fiori ecc., ecc.,” perché c’è l’omertà che ne è venuta fuori sulla sua esistenza? Perché sembra che non sia tanto “rose e fiori” come vorrebbero far credere.
I giudizi sono estremamente di parte; la ‘maggioranza’ assicura che non c’è alcun elemento a discapito del nostro paese, ma già Di Maio insiste per approfondire determinati elementi che non “gli quadrano” mentre Bruxelles “gela” ogni tentativo del genere confermandone la immodificabilità.
Le opposizioni scendono sul piede di guerra contrastandone l’introduzione con le più diverse e allarmanti motivazioni e inserisce, fra queste, il pericolo di dover ricorrere al famigerato “prelevamento forzoso” di Amato per poter soddisfare la contribuzione italiana. Insomma chi rassicura alla cieca e chi paventa pericoli niente affatto trascurabili.
Poi si scopre che la “contribuzione di tutti” è finalizzata alla costituzione di quei fondi che sono a disposizione solo di qualcuno e fra questi “qualcuno” l’Italia è esclusa.
La manfrina comincia a prendere forma e a venir fuori. L’Italia potrebbe usufruirne solo nel caso di un “maggiore controllo” del debito pubblico e questo significherebbe “strizzare” di tasse il contribuente già stritolato.
La cosa ci ricorda il “salva-banche” di Renzi; dopo aver fatto il DL vi aggiunse “alla chetichella” la postilla del bail-in che autorizzava gli istituti di credito che si trovassero in crisi finanziarie, ad attingere ai depositi dei loro clienti e mandò in fumo i valori di migliaia di clienti delle banche che, d’improvviso non si trovarono più niente.
È questo che chiarisce il “raggiro”; ed è questo che “mette a fuoco” anche altre cose.
Bersani, per il PD, a “Cartabianca”, dichiara a gran voce e con orgoglio, facendo “TRE” con le dita, che l’Italia è il “terzo” paese contribuente, dopo la Germania e la Francia e che non corre alcun pericolo; ma questo, che lo sa soprattutto il portafogli degli italiani, non ci porta alcun vantaggio; aggiunge, inoltre che le opposizioni fanno il terrorismo urlando al danneggiamento del nostro paese. Prima di parlare di terrorismo delle opposizioni, Bersani dovrebbe parlare di quello del suo quando asserisce che la “Flat tax” “toglie ai poveri per dare ai ricchi” perché, se sa fare i calcoli, può constatare che è tutto il contrario; ma questo, trova la sua spiegazione, sia politica, sia strategica, nella “manovra” ordita contro Salvini. Dopo una serie interminabile di “NO”, da parte di Di Maio, alla “Flat tax”, all’ultima imposizione di Salvini di introdurla, a Conte sono state “fatte rassegnare” le dimissioni; succeduto a se stesso, per desiderio di Di Maio, ovviamente ordinato dall’”alto”, Conte, per prima cosa ha escluso Salvini, con la quale “manovra” ha messo finalmente da parte la “Flat tax” e il controllo dei migranti. È apparso chiaro, in tutto questo bailamme, che c’era una precisa disposizione e un preciso disegno di contrastare in tutti i modi Salvini, anche se era un ministro dello stesso governo, un “confratello, e a questo ha aderito anche e in modo particolare la Trenta, ministro della difesa.
Fanno eco, nella stessa trasmissione, gli annunci di Mauro Corona delle industrie che stanno chiudendo a ritmo continuo dalle parti sue e, immancabilmente, un fantasma da parte di Bersani; il governo sta facendo qualcosa perché è riuscito a diminuire le tasse di 26 mld; dove stia questa diminuzione delle tasse per gli italiani non si sa perché il portafogli degli italiani si svuota sempre di più e la impossibilità di acquisto, stanno mandando in malora l’economia e, al momento della dichiarazione notano con amarezza che le tasse non diminuiscono, ma aumentano.
La situazione è tornata allo stato precedente; conti pubblici a ZERO, necessità di investimenti, Debito Pubblico alle stelle.
Nei momenti immediatamente successivi alla manovra, un vice-ministro dell’economia, a “Cartabianca”, alle contestazioni per l’immobilismo del governo, si è lasciato sfuggire la dichiarazione che “i cantieri bloccati da tempo immemorabile, erano in attesa di riprendere il lavoro perché i capitali…C’ERANO”. Dove stavano questi capitali se i conti pubblici, praticamente, non esistono? Erano i capitali erogati da Bruxelles che aspettavano di essere sbloccati. Chiarito l’arcano: Bruxelles aveva impedito, “con un colpo di mano” che Salvini imponesse la “Flat tax”, riforma fiscale, che avrebbe fornito quei capitali utili alla ripresa, per costringere l’Italia a usufruire dei SUOI capitali sui quali questa avrebbe dovuto pagare gli interessi.
A questo oggi si aggiunge il MES che, (più parti lo confermano), non ha “goduto” dell’esame della Camera. Chi si è prestato ad una “manovra” del genere? Le opposizioni accusano il PdC; il PdC accusa le opposizioni di strumentalizzazione. La “maggioranza”, che già da tempo non è più tale, mostra tutti i suoi cedimenti e il “governo” “marcia” sul filo di un rasoio, fra manfrine assemblate male e fantasmi per “addormentare” il popolo, con il solo interesse di mantenere “vive” le poltrone…