Dopo “Il Canguro” è arrivato “Il Gambero”
Roma, 21 febbraio – Non ci stiamo occupando delle specie animali che scorrazzano nelle immense e rigogliose praterie australiane o popolano le splendide coste della nostra Liguria e della Sardegna, bensì delle contorte strategie che adottano, a proprio uso e consumo, i nostri Parlamentari nel Senato della Repubblica, dov’è in discussione la legge sulle unioni civili.
Non so cosa ne pensino gli animalisti di professione, ma in questi ultimi giorni i nomi degli esemplari più gettonati sono stati (e pare continuano ad esserlo), il canguro ed il gambero.
Se non si trattasse di problemi molto seri ed importanti, ci verrebbe spontaneamente da ridere, ma se valutiamo attentamente e responsabilmente l’evolversi delle varie vicende quotidiane, dovremmo un po’ vergognarci per le scarse attitudini e l’incoerenza delle persone che abbiamo eletto a governarci ed a rappresentarci in Italia e nel mondo.
Il primo simpaticissimo bipede, molto diffuso in Australia, viene utilizzato al Senato dove è in quasi minoranza nonostante i traditori dell’elettorato, (alla Camera non è consentito), per abbreviare l’iter legislativo, perché consente alla maggioranza di governo di cancellare, con un solo voto, migliaia e migliaia di emendamenti presentati dalle opposizioni in funzione ostruzionistica.
Il secondo nobile animaletto, catturato dai pescatori più bravi per i ristoranti di lusso e per i palati più raffinati, è stato scomodato – con l’aiutino del Presidente del Senato – perché alla maggioranza serviva fare un passo indietro per una pausa di riflessione, al termine della quale è stato deciso di rinviare il tutto alla prossima settimana.
Com’era facile prevedere, le aspre polemiche, infarcite da pesanti insulti reciproci e ostentazioni del “gesto dell’ombrello” che hanno quasi sfiorato la rissa tra i più scalmanati degli opposti schieramenti, non sono serviti a nulla e, al momento, nessun accordo sembra raggiungibile senza scendere a qualche ragionevole compromesso.
Non mi pare proprio il caso di andare a spulciare per scoprire responsabilità e motivi di repentini mutamenti di strategie, perché sia da una parte che dall’altra, non sono mancati
Ma, poiché il Premier Renzi dopo aver appena elargito nuove poltrone ha confermato la decisione di non modificare, nemmeno di una sola virgola, il provvedimento in discussione e tutti gli altri, in coro, (Chiesa compresa), ribadiscono di non voler arretrare nemmeno di un centimetro, qualcuno dovrà rimetterci “la faccia”.
Come ed a quale prezzo lo sapremo nei prossimi giorni.