Premesso ciò, quale differenza con il trattamento ricevuto 24 anni prima dai Carabinieri coinvolti nel caso Kappler, l’ex Maggiore delle SS (responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, condannato all’ergastolo con pena sospesa per grave malattia), che aiutato dalla moglie, fuggì dall’Ospedale Militare “Celio” di Roma, verso la Germania?
L’imbarazzo italiano fu eccezionale. La versione ufficiale, come dichiarato dal Ministro della Difesa Lattanzio, in una conferenza stampa nello stesso pomeriggio di quel 15 agosto, evidenziò che la moglie del Maggiore nazista, Annelise, fece quasi tutto da sola. Fu lei, infatti, secondo l’incredibile ricostruzione, a far scappare il marito, con l’aiuto di corde, calandolo chiuso all’interno di una valigia da una finestra alta ben 17 metri…, e poi, con l’aiuto di suo figlio, lasciare l’Italia alla volta della Germania. Tutta la colpa fu affibbiata all’Arma dei Carabinieri che provvedeva al piantonamento, il che causò, per volontà politica, provvedimenti eccessivi quali la rimozione e trasferimento dei comandanti di Gruppo, Legione e del Generale Comandante della Brigata dell’Arma, con conseguente arresto del Capitano Comandante della Compagnia Celio unitamente ai due Carabinieri di vigilanza. Poi, per tacitare l’opinione pubblica, seguirono anche le dimissioni dello stesso Ministro della Difesa.
Da quello che fu acquisito anni dopo, si ipotizzò che il servizio deviato ”L’Anello”, che era una struttura operativa riconosciuta ufficialmente dal Governo, provocò la fuga per superiori esigenze di Stato….
Il Viminale sapeva tutto; tanti politici sapevano. Infatti, con una struttura segreta si potevano ottenere risultati senza che nessuno si scottasse le mani. (articolo: “15 agosto 1977: la fuga di Stato del nazista Kappler” del 29 Luglio 2014). Una precisazione comunque va fatta: certamente il servizio di piantonamento a Kappler non fu all’altezza del compito (infatti, i due Militari di guardia dormirono grazie a pasticcini e vino della Renania al sonnifero offerti da Annelise), ma va anche decisamente detto che l’Arma, quale istituzione fondamentale della Repubblica, mai e poi mai si sarebbe prestata a svolgere “in toto” operazioni sporche come il “Caso Kappler”….prerogativa di servizi deviati e pericolosi, manovrati da ambiti oscuri….
Nelle due vicende in parola va affermato che la politica decide sempre sulla base delle proprie valutazioni e dei propri interessi….E così, guanto di velluto con Genova 2001; pugno di ferro con il caso Kappler del 1977…
Sono questi ed altri ancora gli eventi che non andrebbero archiviati nella memoria della storia e nella coscienza dei Cittadini, perché da essi si possono trarre spunti di interesse per una migliore e maggiore maturità civile, democratica e, soprattutto, politica.