Infatti, fino a qualche giorno fa, nonostante la grave crisi che attanaglia il Paese, il dubbio amletico che arrovellava i cervelloni del PD e dello stesso presidente del Senato, Grasso, era questo: per approvare una riforma così importante ed a rischio, nei tempi suggeriti (o imposti), dal Governo, meglio ricorrere alla “ghigliottina”, oppure al “canguro” infarcito di trappole e tagliole, peraltro previste dal regolamento ?
Lo scenario di cui ci stiamo occupando non riguarda la Francia di alcuni secoli fa quando i traditori (o presunti tali) venivano decapitati, né un lembo dell’Australia dove prospera questa specie di animale mite e simpatico, bensì l’aula del Senato della Repubblica Italiana ed i suoi componenti eletti dal popolo.
Sappiamo tutti che il rappresentante della Lega Nord, Calderoli, ha presentato ben 78 milioni di emendamenti, (una richiesta assurda e risibile), oltre a quelli di SEL, del centro-destra, del M5S e della minoranza DEM, per discutere i quali non sarebbero bastati anni di lavoro e sedute infinite.
A questo punto è stato cercato e trovato un anticorpo compatibile che, nonostante la generale e plateale protesta delle opposizioni, pare funzioni.
Si tratta del “canguro”, un provvedimento anti-ostruzionismo che consente di votare gli emendamenti raggruppando non solo quelli uguali, ma anche quelli di contenuto analogo.
In pratica, se si osservano le modalità di applicazione, è sufficiente approvare (o bocciare) il primo emendamento e tutti gli altri decadono automaticamente.
Sembrerebbe davvero “l’uovo di Colombo” , ma gli strascichi polemici e le vibrate proteste perdurano e si avanzano persino ipotesi di abusi e violazione della Costituzione.
Se si tiene conto, però, che tra Renzi e Bersani è scoppiata la pace, è assai probabile che la tempistica indicata, (metà di ottobre del corrente mese), verrà rispettata, anche perché subito dopo si deve assolutamente discutere la legge di stabilità.