Conosciamo tutti la suddivisione e l’autonomia dei poteri in Italia, esecutivo, legislativo e giudiziario, ma ciò che genera qualche perplessità è l’esistenza e l’efficacia dei cosiddetti “contrappesi”.
Sgombriamo subito il campo dal benché minimo sospetto di voler criticare il ruolo e la funzione della Magistratura, né tanto meno, i principi fondamentali della carta costituzionale, scritta ed approvata dai padri costituenti nella seconda metà degli anni quaranta.
Tuttavia sarebbe un grave errore stendere un velo pietoso sulle “scintille” esplose nei giorni scorsi tra il governo ed alcuni autorevoli esponenti della Consulta, non tanto nel merito, quanto nella tempistica della sentenza sulla mancata rivalutazione delle pensioni, decisa dal governo Monti.
Ebbene, Renzi ed il ministro dell’economia, Padoan, hanno espresso qualche disappunto per la sostanziale “incomunicabilità” con la Corte, il cui presidente, però, l’ha subito respinto al mittente precisando che non c’è scritto da nessuna parte che la scadenza delle sentenze debba essere concordata con chicchessia.
Com’è noto, nel cupo orizzonte dello scenario politico, fanno tuttora capolino un paio di vertenze che potrebbero veramente mettere in crisi il Governo, come quella dell’IVA, sollevata dalla Comunità Europea e, soprattutto, quella riguardante l’adeguamento degli stipendi degli statali, il cui costo, secondo stime accreditate, si aggirerebbe sui 16 miliardi di euro, non certo alla portata delle nostre risorse finanziarie.
Come tutti sappiamo, i 15 membri della Consulta sono eletti: 5 dal Presidente della Repubblica, 5 dal Parlamento e 5 dalle supreme magistrature (ordinaria ed amministrativa).
Poniamo, ad esempio, il caso che la stessa Corte decidesse di esaminare il caso “statali” e dichiarasse, come per i pensionati, incostituzionale il provvedimento, (ipotesi ritenuta assai probabile)
A questi punto, il Presidente del Consiglio, Renzi, cosa dovrebbe o potrebbe fare per evitare un possibile e devastante default ? Aumentare la già alta tassazione sulle persone fisiche e sulle imprese? Rimettere il proprio mandato nelle mani del Capo dello Stato ? Eppoi ?
Verosimilmente si verificherebbe un caos politico, economico ed istituzionale che coinvolgerebbe tutti.
Questa ipotesi è certamente surreale, perché stiamo parlando di personaggi di altissimo profilo professionale, di servitori dello Stato integerrimi e responsabili.
Qualche riserva si recepisce tra la gente comune, perché non essendo tutti costituzionalisti, giuristi o professori di diritto, ritengono i giudici figli del nostro tempo con tutte le caratteristiche delle umane creature.
Per quanto riguarda la legittimazione di governare questo nostro grande Paese, la stragrande maggioranza dei cittadini ritiene spetti al popolo che la esercita attraverso i propri rappresentanti eletti a suffragio universale , com’è scritto nella costituzione.