Lussemburgo,16 febbraio 2020 – È di questi giorni l’accesa diatriba che coinvolge i partiti della maggioranza di Governo,in merito all’adozione di una modifica della vigente normativa giudiziaria sulla prescrizione dei reati . Orbene, il braccio di ferro che si sta protraendo all’interno della maggioranza sul merito di questa riforma è via via degenerato fino a provocare un frontale scontro fra i partiti “alleati”. Il tutto condito con minacce reciproche di crisi di Governo ventilate da più di una forza della compagine di centro sinistra. Negli ultimissimi giorni, si è arrivati perfino a minacciare espressamente il ricorso a nuove elezioni!
A tal riguardo, il Presidente Mattarella ha già fatto prontamente trapelare che, in questa legislatura, non si presterebbe in alcun modo ad avallare eventuali ribaltoni, giochi politici o nuove strategie di potere. Uomo avvisato, mezzo salvato!
Ad un osservatore superficiale, tutto questo potrebbe tuttavia sembrare una tempesta in un bicchier d’acqua, destinata a placarsi in breve tempo. Il problema, pur importante, della prescrizione dei reati sembra infatti ben poca cosa se rapportato alle grandi riforme strutturali annunciate dall’Esecutivo per cambiare il Paese, andando incontro alle fin qui inascoltate pressanti richieste provenienti dai cittadini più impoveriti e svantaggiati dal punto di vista economico, nonché dei servizi sociali.
Perché allora assistiamo a tali aspre tensioni sul problema della prescrizione? Cerchiamo di far chiarezza sulla vicenda.
I recenti sondaggi elettorali ci dicono concordemente che, se si andasse a votare oggi, il centro destra stravincerebbe le elezioni. Ma al tempo stesso tutti sanno che, se il Governo rimanesse in carica e compatto, le prossime elezioni avrebbero luogo fra più di tre lunghi anni! Se così fosse, si andrebbe quindi al voto soltanto dopo l’entrata in vigore delle nuove leggi previste per attuare le riforme di centro sinistra che dovrebbero, presumibilmente, assicurare massicci consensi elettorali ai partiti di Governo. Ma non è tutto: si andrebbe a votare, in tal caso, con una nuova legge elettorale (già in cantiere) che garantirebbe ulteriori vantaggi a detti partiti!
Tutto questo, ricordiamo, è peraltro frequentemente accaduto nell’Italia repubblicana: chi ha potuto contare su una maggioranza parlamentare, ne ha quasi sempre fin qui approfittato per varare di volta in volta una nuova legge elettorale pro domo sua!
Sembrerebbe quindi che, una volta superata questa crisi inattesa, tutto sia destinato a rientrare nella normalità. Ma non è affatto così; e vediamo perché.
Nell’attuale configurazione di Governo appare evidente che l’ex segretario del PD Renzi sia inaspettatamente diventato il nuovo ago della bilancia della politica italiana. Criticato da più parti e con sempre meno credito in base ai sondaggi (che assegnano ad Italia Viva un misero tre per cento), Renzi è però in grado di far cadere il Governo quando vuole e di portare il Paese alle elezioni che verrebbero vinte agevolmente dal centro destra!
Pertanto, il senatore fiorentino (eletto, ricordiamo, nelle liste del PD) sta ora alzando progressivamente il prezzo politico che il centro sinistra dovrebbe pagargli per non essere trascinato alle temute elezioni! Contemporaneamente, lo stesso Renzi ascolta lusingato i canti delle sirene che gli giungono insistentemente dal centro destra, pronto a soddisfarlo pur di andare subito al voto (che avrebbe un esito scontato!) con, in più, il vantaggio della vecchia legge elettorale!
Per concludere: premesso che i numerosi parlamentari che sostengono Matteo Renzi ed il suo neonato partito, sono stati tutti eletti con i voti assegnati dagli elettori italiani al Partito Democratico e che ci troviamo quindi di fronte alla minaccia incombente di un clamoroso ribaltone degno della peggior politica, ci chiediamo quanto sia moralmente accettabile che uno scaltro politico opportunista possa immeritatamente detenere un potere così grande!
Ci verrebbe spontaneo rispondere che ciò non sia affatto accettabile, ma …..così è, se vi pare !