Tutto come previsto tranne il harakiri della Meloni a Roma
Chi si aspettava clamorose sorprese dalle elezioni amministrative, è rimasto sicuramente deluso.
Roma, 6 giugno – Ancora una volta, l’astensionismo, con un ulteriore 6% in meno rispetto alle ultime elezioni amministrative, ha fatto la parte del leone, confermando un trend che perdura ormai da tantissimi anni e va interpretato come una vera e propria disaffezione e sfiducia dei cittadini nei confronti della classe politica italiana.
Qualcuno potrebbe obiettare che negli Stati Uniti d’America i votanti, anche nelle presidenziali, non superano mai il 50 %, ma l’accostamento non regge per una serie di motivi tutti validi e dimostrabili.
E’ anche vero che il Presidente del Consiglio, Renzi, ha fatto di tutto per ridimensionare la portata di questa competizione, concentrando e privilegiando l’interesse degli elettori sul referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, ma tutto ciò crediamo non basti per giustificare il comportamento anomalo di oltre 13 milioni di Italiani.
Va anche ricordato, però, che nelle grandi città come Roma, Napoli, Milano, Torino ed altre, era già dato quasi per scontato il ballottaggio, essendo ben chiaro a tutti che nessun candidato dei vari partiti era nelle condizioni di raggiungere e superare al primo turno il 50% degli aventi diritto al voto.
Molto importante quanto si è verificato a Roma dove si è avuta l’ennesima conferma che il centro-destra unito è vincente, mentre dove si presenta diviso perde sempre.
Si spera abbia imparato qualcosa la cosiddetta “mamma d’Italia”, al secolo Giorgia Meloni, dei Fratelli D’Italia, la quale, spalleggiata dal magniloquente Salvini , segretario della Lega e animata da presunzione e scarsa lungimiranza, ha spavaldamente fattoi “harakiri” perdendo una ghiotta occasione per strappare il Campidoglio al PD, oppure, al M5S di Grillo e company.
Circola anche un’altra ipotesi secondo la quale la causa del disastro elettorale sarebbe attribuibile a Berlusconi, ma chi ha buona memoria ricorderà certamente che, all’epoca delle trattative per le alleanze, è stata proprio la Meloni ad escludere una propria candidatura anche perché nella stessa occasione aveva preannunciato di essere incinta.
A questo punto entrano in campo i tessitori di trame ed accordi che hanno ben poco a che fare con le ideologie politiche e programmatiche, bensì improntate e finalizzate soltanto alla conquista di poltrone e posti di potere.
Per conoscere, quindi, vincitori e vinti, dobbiamo aspettare l’esito dei ballottaggi previsti per il prossimo 19 di questo mese.