I paradossi delle mode nella politica

Lo sappiamo tutti; la nostra vita è fatta di modi di essere e  lo dimostra anche Luigi Pirandello quando sentenzia “la vita è un grande palcoscenico su cui ognuno recita la sua parte” per cui possiamo considerare questo fenomeno alla stregua di qualsiasi mezzo di comunicazione, ma…

… il brutto avviene quando questo fenomeno, nella sua dimensione di strumento di comunicazione, invade le istituzioni, si sostituisce ai contenuti e viene asservito agli interessi di parte e parliamo della politica. Sono molti anni, lo vediamo tutti i giorni, che la politica ha finito i suoi contenuti e, da alcuni decenni, addirittura, vive una grande crisi di identità e una grande confusione ideologica mentre gli interessi individualistici hanno causato il progressivo disinteresse popolare da questa dimensione che è la più importante nella vita dello Stato. Questo fenomeno, iniziato molti anni or sono, è culminato quest’anno in una campagna elettorale lunghissima, infinita, perché, cominciata in anticipo nella dimensione della polemica, ha raccolto più scadenze, politiche ed amministrative, e soprattutto la chiusura anticipata della legislatura politica, giunta al suo termine anticipatamente, non per una ragione politica ma per l’imperversare della polemica sulle corna dei protagonisti. La situazione, che ci ha condotto allo stato attuale delle cose, riguarda le note vicende giudiziarie di Berlusconi; le sue intemperanze amministrative nella gestione del suo patrimonio, e, soprattutto, le supposte e attribuite intemperanze della gestione della sua vita privata; ragazze minorenni compiacenti e la famigerata Ruby, un “tocco di figliola” marocchina dal passato burrascoso o difficile che, a pensarci bene, era più interessata ad un ingresso di favore nel firmamento televisivo, che a qualche fornicata con un uomo di settantacinque anni. È stato il culmine di una situazione che si trasporta, da quando su “La Repubblica” apparve una lettera in cui la signora Veronica dichiarava che il marito frequentava ragazze minorenni. La vicenda ha portato l’argomento a sostituirsi al dibattito politico e dappertutto, in tutte le sezioni del PD e in tutti i dibattiti tecnico-economici e politici televisivi, non si è parlato più di bilancio, di tasse, di evasione fiscale e di economia, ma delle puttane di Berlusconi. L’argomento è diventato un leit-motive ed ha ripetuto e confermato il fenomeno della moda e il suo protagonista è stato marchiato come dedito ad un forsennato “bunga-bunga”. Si; è vero; presunte o vere le intemperanze di Berlusconi, su cui fino ad oggi non si è raccolto uno straccio di prova, era inevitabile che gettassero discredito sul personaggio, che ha cominciato ad apparire sulle prime pagine dei giornali stranieri come un “play-boy” e come dedito a quello sfrenato “bunga-bunga” che ha fatto stizzire duecentomila donnette, (fra le quali anche una suora), che si sono riunite a Piazza del Popolo per denunciare le proprie insoddisfazioni sessuali e le proprie frustrazioni, e, indirettamente, sulla nazione e che *ha diviso il paese in “innocentisti” e “colpevolisti”. Comprendiamo la naturalità delle reazioni indotte dai meccanismi dei partiti politici, in un’opinione pubblica in gran parte acefala, ma se volgiamo uno sguardo indietro, nella nostra storia recente, non riusciamo più a capirne la ragione in quanto, questo fenomeno è stato preceduto da altri tra il brillante e il grottesco molto più infamanti, che dovrebbero fare riflettere tutti e dovrebbero esortare tutti a ragionare con il proprio cervello e non con altri organi. Tralasciamo il banale della volta in cui, per tamponare la perdita di identità e il vuoto di contenuti, il segretario di un partito politico ebbe il lampo di genio di riempire la sua lista elettorale di nomi famosi presi dallo sport, dal teatro, dal cinema e dalla cultura, che di politica e di economia non ne sapevano niente, ma facevano immagine e consenso, e che fu imitato immediatamente da tutti gli altri partiti, dando vita ad un fenomeno che prese subito l’aspetto di una moda; e quella in cui, sempre alla ricerca di identità e di contenuti ormai inesistenti, cambiò nome al suo partito e fu subito imitato e seguito da tutti gli altri, costituendo un’altra moda, e consideriamo quella in cui furono messe nelle liste elettorali, Cicciolina, al secolo Ilona Staller, venuta in Italia, dalla natia Ungheria, a fare la porno-star, e Vladimir Luxuria, che, ovviamente, elette, andarono a sedere al Parlamento dove dovevano sedere pensatori ed economisti. Fu un fenomeno molto infelice della politica italiana in quanto, dovendo essere il Parlamento il momento più rappresentativo del popolo, esso, sia nella X Legislatura, sia nella XV, con codesti personaggi, offrì, soprattutto al mondo, una visione molto distorta, sconcertante e discutibile del paese, e non mancarono a caratterizzare questo fenomeno personaggi come Riccardo Schicchi, con il partito “Il partito dell’amore”, e Moana Pozzi che, anche se in possesso di requisiti culturali diversi dalla sua scorza esteriore, caratterizzò la sua presenza politica nella sua veste ufficiale, quella di pornodiva. Le situazioni confermarono il fenomeno della moda e questa offrì al mondo, un aspetto dell’Italia certamente sconcertante e discutibile, ma nessuno trovò da criticare o da contestare qualcosa. Le intemperanze attribuite a Berlusconi, invece,  sebbene facenti parte della sua vita privata e non di spettacolo pubblico, e, soprattutto, non suffragate da prove ma soltanto da deduzioni, “il premier non poteva non sapere che…”, hanno gettato il paese nella moda del pettegolezzo e diviso fra innocentisti e colpevolisti e, nella politica, questo pettegolezzo si è sostituito alla discussione e al confronto sulle tematiche politico-economiche. Gli italiani, soggiogati dall’induzione specie del PD, a suo tempo, hanno accolto di buon grado l’assurgere alla dignità di onorevoli delle pornostars, dei transessuali, delle lesbiche e degli omosessuali presentatasi ufficialmente nella loro veste reale, nonostante il quadro discutibile che costoro iteravano nel mondo con la loro presenza al Parlamento, del popolo che loro rappresentavano ma, paradossalmente, hanno condannato, la dimensione di cui è stato marchiato Berlusconi, che, se non altro, dimostra una natura molto diversa da quella dei personaggi precedenti e, soprattutto, non distorta. Ma, riflettiamo un momento; abbiamo detto “…non riusciamo a capire….”….ma, a pensarci bene, non è che ci sia da capire molto; anche questo è ravvisabile in un fenomeno di moda; perseguitare il personaggio senza nemmeno saperne il perché, ma perseguitarlo, indotti dai messaggi, spesso subliminali, che partono dai partiti e, senza che ce ne accorgiamo, dominano la nostra vita.

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