L’aspetto più inquietante e sconcertante è la sistematica e plateale rinuncia a qualsiasi anelito di lungimiranza e di coerenza, convinti, come credono di essere, di poter circuire e raggirare gli elettori contrabbandando proposte e soluzioni logore ed obsolete, per biasimevoli panacee capaci di affrontare e risolvere i principali problemi del paese.
Mi preme qui sottolineare che non intendo assolutamente rivolgere l’indice accusatore verso alcun personaggio politico in particolare, né verso partiti e/o coalizioni che negli ultimi anni si sono avvicendati alla guida del governo o nell’altrettanto importante ruolo dell’opposizione.
La critica (se vogliamo usare un banale eufemismo) spazia in un arco di 360 gradi, ma per onestà intellettuale e, soprattutto, per squisito amore per la verità, mi corre l’obbligo di sottolineare che nell’ambito dei diversi schieramenti, sarebbe sleale e scorretto farne indiscriminatamente di tutta l’erba un fascio, essendovi tra la massa degli accattoni buoni a nulla, anche dei soggetti onesti, preparati, operosi e determinati per il raggiungimento del bene comune e la realizzazione di una maggiore giustizia sociale, ma, purtroppo, si tratta solo di eccezioni che sostanzialmente confermano la regola.
Per chi abbia modo di frequentare la gente comune in quegli ambienti lontani anni luce dai salotti-bene della finanza e dell’economia, (ed io sono tra questi), credo riesca facilmente a capire la disperazione e la frustrazione di tantissime persone che hanno perso il lavoro, la dignità e la reale impossibilità di mantenere la propria famiglia, specie quando ci sono bambini a prescindere dalla loro età. Tra costoro ci sono anche soggetti che hanno contratto mutui con le banche per l’acquisto della prima casa ed è facile immaginare il loro stato d’animo pensando al rischio reale di perdere tutto per motivi non certo attribuibili alla propria volontà.
Tutti sappiamo, o dovremmo sapere, che la grave crisi che attanaglia il paese non verrebbe certo risolta semplicemente con il taglio del numero dei parlamentari e/o con la decurtazione dei loro lauti e scandalosi stipendi oltre alle annesse indennità che offendono il comune senso del pudore. Tuttavia il vecchio adagio si ostinava a ripetere che “il pesce puzza sempre dalla testa” e chi abbia un po’ di buon senso credo proprio non possa dargli torto.
Ne deduco che questa inquietante anomalia, non solo italiana, rappresenta la semplice punta di un mastodontico “iceberg” identificabile in una mostruosa ed incommensurabile differenziazione tra le classi sociali con cui i nuovi governanti dovranno misurarsi.
E’ chiaro che i vecchi e nuovi tromboni della politica che vengono a mendicare il voto sono i principali responsabili di questo preoccupante stato di cose, perché ho lo hanno determinato con le loro scelte bislacche, oppure non l’hanno impedito per motivi che sfuggono ai comuni mortali.
Ed allora perché gridare allo scandalo nel constatare il profondo disamore degli italiani per la politica ?.
Nell’ultima tornata elettorale in Sicilia, ben il 52 % degli aventi diritto al voto ha disertato le urne esprimendo nel gesto una motivata e vibrata protesta. Speriamo che il prossimo 24 febbraio non accada altrettanto nelle elezioni generali, perché oltre ad una grave forma di autolesionismo civile e costituzionale, verrebbe legittimata la minoranza nel decidere i destini di tutti con la perdita anche del diritto postumo di inveire e mugugnare.