Il bilancio italiano. Sciarada
Roma, 15 ottobre 2019 – Non è certo il celebre film di Stanley Donen con Cary Grant e Audrey Hepburn, ma è tutt’altra cosa anche se gli assomiglia negli strumenti narrativi. Sciarada è la storia travagliata della “quadratura” del nostro bilancio che, ovviamente…non quadra. Il procedimento appare palese, più si elabora, più lievita più della pasta delle pizze, più, ovviamente, non si trovano i soldi.
…dunque; più si elabora, più non si trovano i soldi… è ovvio! I soldi non ci sono e quelli che ci sono, non possono essere moltiplicati nella loro materialità; infrangeremmo anche leggi fisiche che nemmeno Einstein avrebbe scoperto. Possono essere stampati; ma andremmo incontro al problema della Germania dell’immediato dopo-guerra; sommersa da una montagna di debiti e non sapendo come far fronte loro, ordinò la “polverizzazione del marco” e cominciò a stampare moneta senza soluzione di continuità e questo non può essere fatto.
Come si risolve la situazione?
I geni preposti a questo problema sono quattro, di Maio, che, ormai, con una preparazione da “…tu parlare italiano?…”, occupa una poltrona da diplomatici consumati; Conte, che, come ormai vuole il costume, dichiara che la sua esperienza di governo è terminata, ma accetta il nuovo incarico per non lasciare la poltrona; Zingaretti che, fatto il “colpo gobbo” a di Maio, per salvargli la poltrona, si è preso l’Italia, che di Maio gli ha consegnato, e adesso è entrato nella stessa dimensione che fu di di Maio con Salvini; dopo il “colpo gobbo”, pensava che di Maio, beneficiato del “salvamento”, accettasse supinamente la sua supremazia, ma di Maio improvvisamente si scopre che non è di questo avviso e le posizioni che fra i due erano distanti, lo permangono e cominciano a divaricare le loro traiettorie; e Gualtieri, oscuro professore di Italiano, speriamo che non sia la lingua contemporanea ma quello classico, che si improvvisa economista.
Tutti e quattro dipendono, guarda la fatalità, da Bruxelles e dai “poteri forti” che, nella realtà dei fatti, sarebbero la stessa cosa, e si guardano bene dal contraddire e dal contrastare le loro disposizioni, rischio, un altro “2011”, o un altro “2019”, come quello di recente memoria, e perdita della poltrona quasi per tutti.
In questo “balletto” maleodorante e spettrale, sorge la necessità della quadratura del bilancio perché, dopo la telefonata che imponeva la costituzione di questo governo “a qualsiasi costo”, arrivata ad una “vertice” del PD, la legge finanziaria fatta da questo governo, deve essere presentata a Bruxelles.
Questa situazione adesso significa soltanto “fate la legge e quadrate il bilancio con quello che avete a disposizione” e questo significa, ancora, che se le cifre lievitano e, alle ultime notizie, da 27 mld, siamo arrivati a 32, i soldi bisogna tirarli fuori da qualche parte per forza. Ecco che escono le pensioni; quota 100, che pure “riconosceva” qualcosa ai lavoratori, smantellata perché, con le finanze in queste condizioni, ai nuovi pensionati non si saprebbe che cosa dare oltre ad un sacchetto di arachidi, volgarmente dette noccioline. Al tavolo delle trattative, Conte, di Maio e Gualtieri, siedono di fronte a Maurizio Landini, che, dopo un discorso di insediamento, che lasciava bene sperare, adesso sta ripiegando sulle posizioni opportunistiche che furono della Camusso, a Barbagallo e alla Furlan, (personaggi, questi due ultimi, totalmente inutili), e come se non conoscesse le condizioni economiche del paese, chiede interventi più incisivi e coraggiosi e investimenti. Insieme alla richiesta dovrebbe anche dare il suggerimento di dove andare a prendere i capitali occorrenti per simili richieste, escludendo, ovviamente, il mantra sempre pronunciato ma sempre campato in aria, della “lotta agli sprechi”, che non ha mai risolto niente e che si è sempre rivelata “fumo negli occhi” del popolo.
È una guerra per la poltrona anche quella loro. Invece di fare queste richieste (che loro sanno bene che non si sa come coprire), dovrebbero fornire la soluzione del problema scritta, documentata e dimostrata della LORO risoluzione del problema e non predicare la riforma del fisco, che risolverebbe questi problemi, ma COMBATTERE per non farla attuare.
Invece NO!
Ciascuno di loro si trincera dietro un sorriso stereotipato (Furlan), e una stretta di mano di protocollo che non definisce alcun accordo. Risultato: come si sono seduti, così si alzano e abbandonano la seduta; punto.
Cosa fare in questo caso? Escono di nuovo gli 80 euro di bonifico di cui, per arzigogolamento contabile, non tutti gli aventi diritto sulla carta, lo sono stati nella realtà, e subiscono anche questi un cervellotico progetto di deduzione; quindi è la volta anche dei cellulari, che, a loro volta, definiscono un processo molto importante. I cellulari non sono solo uno strumento di comunicazione stravagante, con cui i giovani che non sanno che fare, si danno appuntamento per ritrovarsi tutti all’ingresso della discoteca, ma anche uno strumento di lavoro con cui alcune categorie, liberi professionisti, in special modo, avvocati, artigiani, commercialisti, intrattengono gran parte dei loro contatti e grazie ai quali “possono stare” contemporaneamente in più luoghi, e tassare questo strumento, appartiene alla più trita, logora e consunta politica economica comunista, non sapendo come equilibrare le imposte, “tassare lo strumento di lavoro”.
Non si tassa mai lo strumento di lavoro, ma il REDDITO che se ne trae, altrimenti si impedisce alla categoria di lavorare, ma poi le si chiedono le tasse, ma a Conte, a di Maio, a Gualtieri, che gliene frega? Loro hanno bisogno di quadrare il bilancio e da qualsiasi parte vengano i fondi, per loro va sempre bene, e preferiscono perdere la faccia, ma non la poltrona.
Non c’è che dire; la quadratura di questo bilancio è diventata proprio una sciarada; racimolare pezzi “a spizzichi e a bocconi”, come in un puzzle disordinato, e senza connessione fra di loro, per dare origine ad altri moduli che non hanno alcuna relazione con i precedenti… quadra questa sciarada?
Le ultime notizie dicono di no; ma è ovvio! Potrebbe mai quadrare una sciarada del genere?
Chi ne fa le spese sono le pensioni, i telefonini ed altri servizi indispensabili al paese…. Tutti, tranne il settore in cui i capitali necessari stanno e vanno tutti i giorni, la evasione dal fisco; ma toccare quella significherebbe mettersi in aperto conflitto con Bruxelles e con i “poteri forti”; quindi, tutto per compiacere Bruxelles e i “poteri forti”; sciarada!