Premetto che non sono un catastrofista viscerale, né prendo in seria considerazione le malefiche profezie delle “cassandre” di maniera che albergano nei vari ambienti e persino negli angoli più reconditi del nostro tessuto connettivo; ma i problemi reali stanno sotto gli occhi di tutti e non si riesce ad immaginare una semplice e facile soluzione ottimale di tipo onnicomprensivo.
Uno dei problemi, non certo secondario rispetto agli altri, non fosse altro perché interessa la maggioranza degli italiani, riguarda proprio la tanto odiata e detestata IMU sulla prima casa.
Infatti il decreto governativo prevede soltanto la “sospensione” della prima rata prevista per giugno, sperando che gli uffici tecnici comunali riescano, in tempi ragionevolmente brevi, ad accertare le varie tipologie degli immobili con le relative rendite catastali aggiornate.
In teoria i margini temporali previsti sarebbero sufficienti, ma si dà il caso che la nostra classe impiegatizia, nel periodo luglio/agosto, va in vacanza e chi rimane al proprio posto di lavoro, durante l’estate (e non solo), non stabilisce certo record di produttività e di efficienza, per cui speriamo bene, altrimenti saranno guai seri per tutti.
Altro punto assai controverso è l’aumento dell’IVA dal 21 al 22 % e credo non occorra scomodare i cattedratici, gli economisti più famosi e nemmeno gli apprendisti stregoni, per definire il provvedimento un vero e proprio autogol. La ragione va ricercata nel fatto che ci sarebbe automaticamente una generalizzata lievitazione dei prezzi che porterebbe, ineluttabilmente, ad una ulteriore diminuzione dei consumi, già a livelli preoccupanti.
Ma la vera mina vagante che beccheggia sulle agitate acque in cui naviga la quanto mai ibrida maggioranza e che potrebbe avere effetti devastanti, è la minaccia di approvare la ineleggibilità del capo carismatico del PDL, Silvio Berlusconi, e l’imposizione al “Movimento cinque Stelle” di Beppe Grillo, di trasformarsi in un vero e proprio partito come gli altri, pretesa, questa, che il comico genovese ed il suo mentore Casaleggio, contestano in maniera decisa e determinata, minacciando, a loro volta, una insurrezione popolare con conseguenze impreviste ed imprevedibili.
Mi rendo perfettamente conto delle difficoltà obiettive e soggettive insite nella coabitazone di due schieramenti da sempre alternativi tra di loro, PD e PDL, ma la ragione di stato dovrebbe prevalere sui propri interessi di bottega.
D’altra parte, se si riesce a guardare oltre il proprio naso, si può constatare che situazioni analoghe esistono già in altri paesi europei molto più avanzati del nostro, primo tra tutti la Germania della Cancelliera Merkel, dove si discutono e si approvano i provvedimenti condivisi, accantonando, pregiudizialmente, le questioni che dividono e la governabilità è assicurata.
Perché da noi tutto ciò rappresenta una chimera ?