Politica

Il corpo militare della Croce Rossa Militare va salvato!

Con articolo del 17 Ottobre 2012, su questa testata, dal titolo: “Quale sarebbe la necessità di aver disposto lo scioglimento del benemerito Corpo Militare della Croce Rossa Italiana?”, abbiamo tra i primi denunciato l’insensatezza di tale provvedimento, con ampie argomentazioni.

Siamo stati buoni profeti perché con la recentissima petizione: “Salvare dalla smilitarizzazione del corpo militare della Croce Rossa Italiana imposto dal Decreto Balduzzi”, che migliaia di giovani e meno giovani operatori e sostenitori della CRI, tra i quali chi scrive, stanno sottoscrivendo e inviando in questi giorni ai Ministri della Difesa e della Salute, Pinotti e Lorenzin, per avanzare la più che giusta richiesta  “..dell’inserimento del Corpo nel comparto Difesa e Sicurezza sia per i Militari di ruolo sia per i richiamati.”

Va ricordato, come scrivemmo, che con decreto legislativo n. 178 del 2012, del Governo Monti, è stata disposta la riorganizzazione dell’Associazione della Croce Rossa Italiana, prevedendone la privatizzazione, per cui, il Corpo Militare in essa inserita, non può più dipendere dai privati, con il risvolto che un migliaio di Militari saranno collocati in congedo, ovvero, “in mobilità non protetta”. È, tuttavia, prevista la sopravvivenza di un nucleo specialistico di 300 persone, da costituire con selezione, ma con una scadenza massima di due anni.

Tutto questo personale, è ampiamente documentato e molti sanno, negli anni scorsi è stato impiegato e spesso si è anche assunto responsabilità ad alto rischio che richiedevano importanti competenze specifiche.

Ed è proprio per questo che in questi giorni è stato richiesto il supporto del Corpo Militare a Lampedusa dove verrà inviata una Squadra dotata di strumenti e attrezzature a “biocontenimento”, cioè tende e barelle per fronteggiare eventuali casi sospetti di patologie fra gli arrivi dall’Africa.

Il Corpo Militare della Croce Rossa, dal 21 giugno scorso,  collabora anche con la Marina Militare nell’operazione “Mare Nostrum”, in coordinamento con il Comando della Squadra Navale.

Dal 13 ottobre, in ultimo, è stato reso operativo un altro assetto di “biocontenimento” presso la Stazione Elicotteri (“Maristaeli”) di Catania.

La petizione ai due Ministri così si conclude: “Che fine faranno le nostre strutture? E, soprattutto, perché disperdere un patrimonio di capacità organizzativa e soprattutto formativa a causa di una riforma poco chiara..?”

Il tutto è perfettamente condivisibile.

Nel nostro articolo sopra richiamato, abbiamo anche attinto al patrimonio di Fede e di Gloria del Corpo Militare della CRI, evidenziando, tra l’altro, che è stato impiegato nel terremoto di Ischia nel 1883, nei terremoti Calabro – Siculi del 1905 – 1908, nell’incendio di Smirne, nella tremenda carestia di Russia del 1922, sino ai soccorsi in Albania nel 1924 – 1930 ed, in tempi più recenti, in tutte le calamità nazionali ed anche internazionali, quali il terremoto dell’Armenia del 1989 e i soccorsi alla Romania del 1990. In periodo bellico, dal settembre 1943, Unità Militari della Croce Rossa si prodigarono in tutti gli ambiti che opposero resistenza ai Tedeschi.

Con la partecipazione attiva alla Resistenza, suggellata con l’olocausto alle Fosse Ardeatine di due Ufficiali, il Tenente Medico CRI Luigi Pierantoni ed il Sottotenente Commissario CRI Guido Costanzi, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana dava alla Resistenza ed alla guerra di liberazione un’ ulteriore silenziosa prova di valore, di patriottismo, di dedizione ai più alti ideali di italianità e libertà. Dopo il secondo conflitto mondiale, l’Ospedale da Campo n. 68 fu inviato, nell’ottobre 1951, sotto l’egida ONU, a partecipare alla Guerra di Corea e vi rimase dislocato fino al Gennaio 1955, inquadrato nell’8^ Armata USA. Nel Settembre 1960, un Ospedale di emergenza da 100 letti venne invece inviato nel Katanga, per l’assistenza Sanitaria alle Forze dell’ ONU operanti nel Congo.

Con legge 25.06.1985 n. 342, per le sue  eccezionali benemerenze, è stata concessa al Corpo Militare della C.R.I., ausiliario delle FF.AA dello Stato, la Bandiera di Guerra.

Bene, tutto questo patrimonio di nobilissime tradizioni militari e di elevatissima professionalità lo si vuole azzerare in nome di cosa? Qualcuno lo spieghi!

La si smetta, in Italia, di mettere la testa sotto la sabbia e far finta di niente, soprattutto in materie così delicate. La Politica dei proclami faccia, ora, la sua parte……!!!

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