Il “gioco delle tre carte”; il risultato.In quale dimensione stiamo navigando?
Bene; il sacrificio è stato consumato e la vittima sacrificale….immolata….Napolitano, tronfio e soddisfatto, nella sua freddezza istituzionale, da una parte, e Letta, visibilmente risollevato, dall’altra, possono tirare un sospiro di sollievo perché quel che avevano temuto di più non è avvenuto.
Che cosa avevano temuto di più?….eh! ….Napolitano, che la coscienza pulita…beh…..non ce l’ha, il ritiro dalla maggioranza del PdL come risposta alla “grande operazione”, che aveva portato a compimento, e Letta, che era rimasto “ad aspettare” gli eventi, alle mosse di Napolitano, ormai, si vedeva entrare, con l’auto di stato, al Quirinale, con, nelle mani, la lettera di dimissioni da consegnare al Capo dello Stato perché la parte determinante della tenuta del governo…..era venuta a mancare. Entrambi, in questa situazione, nonostante gli anatemi di Epifani alle temute mosse di Berlusconi, non avrebbero saputo cosa altro fare. No; tutto ciò non è accaduto perché tutto è andato secondo il “copione” del “tutti contro uno”, già “scritto”, “messo in scena” e puntualmente “recitato”, e anche la vittima immolata da una giustizia di cui anche Napolitano, a suo tempo, ha auspicato la riforma, ha confermato, la volontà di mandare avanti questo governo appiccicato con un po’ di saliva perché il paese ha bisogno di quelle riforme, per le quali esso è nato. A questo punto Letta, senza uno straccio di politica economica nelle mani, con un sospiro di sollievo, è tornato tranquillamente al suo “gioco delle tre carte”, (IVA, IMU, Ripresa economica), per far quadrare quel bilancio che non quadra e per avviare quella ripresa economica che, senza quadratura del bilancio, non può essere avviata. La situazione, allora, è questa: il Cavaliere ufficialmente agli arresti, il governo, in fallimento, ma non cade, Napolitano, applaudito da un popolo che non sa, con tanto di borsalino da sole, osserva tutto dal luogo delle sue “meritate” vacanze e rientra a conclusione del fine-settimana, Dionisi, forte dell’arresto del Cavaliere, inasprisce i toni ai quali, prima, aveva dato parvenza di moderati, e Letta, “apprezza”, come se cercasse uno strumento di “sollevamento morale”….una sorte di “scarico catartico”, la posizione assunta da Berlusconi, posizione più di colomba pacificatrice, che di falco predatore, per salvare le “larghe intese” che non esistono, ed ecco che, improvvisamente, in una situazione socio-economica che non si riesce ad equilibrare in nessun modo, perché ci manca la “materia prima”, (i capitali che hanno preso la via dell’evasione e che nessuno vuole recuperare), “il Vangelo si volta” e, se fino a ieri….”ieri”, ieri, non “ieri” due mesi fa, stavamo sulla soglia del baratro (nello stesso modo in cui ci stiamo da qualche anno)…..improvvisamente…..”improvvisamente”…..Letta “squittisce”, in un articoletto su “Il Messaggero”, che i conti quadrano e che, per avviare la ripresa economica, non c’è bisogno di aspettare i fondi dell’Ue, della cui attesa e della cui necessità ha riempito i suoi discorsi pubblici almeno di tutto l’ultimo mese, e che non sarebbero arrivati prima del 2014…..bene. Che cosa significa? In tutta onestà, prima intellettiva e poi morale…..scusate ma….ci riesce difficile capirlo. La matematica non è un’opinione per cui se ieri….”ieri”…. due più tre faceva cinque, oggi, a distanza di una giornata, non può fare, improvvisamente e in virtù di quale prodigio non si sa, sei, perché se lo fa, significa che c’è qualcosa che…..non quadra ancora peggio che nei conti pubblici. In questa situazione, le ipotesi sono due, o, contrariamente a quanto hanno affermato tutti, i conti sono sempre quadrati e non siamo mai stati sull’orlo del baratro, oppure l’”arresto” di Berlusconi ha operato il miracolo, però, siccome i miracoli sono fatti dai santi, su questa ipotesi bisogna vedere, chi sia il “santo” o in odore di santità in quanto, Berlusconi è da escludere a priori perché, anche se vogliamo alleggerirne la posizione perché non è il peggiore, santo non lo è di certo, per cui resta Letta che, anche se, in alcuni discorsi pubblici, non avendo altri strumenti per fare effetto sull’uditorio, che aspetta da lui prese di posizione precise e concrete per l’economia, manda gli anatemi conto gli evasori fiscali che hanno già fatto gli affari loro e che stanno al sicuro nei paradisi fiscali, elevando liturgicamente le braccia al cielo ed emulando il sacerdote dal pulpito, non è sufficiente dichiararlo in odore di santità e per attribuirgli la paternità del “miracolo” della “moltiplicazione dei soldi” nei conti pubblici al posto di “quella dei pesci” di evangelica natura. Preso atto, allora, che la “santità” non è certo la dimensione in cui si muovono tutti costoro per cui sarebbe da escludere qualsiasi intervento divino di qualsiasi tipo, sulla base del fatto che, da un giorno all’altro, questi famigerati conti pubblici, dall’orlo del baratro, non ci potevano trasportare alle vette olimpiche, resta da porsi un interrogativo che, probabilmente, non troverà risposta; in quale dimensione stiamo navigando e, soprattutto, che cosa ci stanno raccontando, questi signori?