Al Cittadino Italiano, che si chiede qual è il motivo della durata dei nostri processi, si può offrire una risposta che scaturisce dalla seguente indagine conoscitiva.
Nel primo grado di giudizio (nei Tribunali) la Giustizia è amministrata da molti Magistrati Onorari (Giudici Onorari di Tribunali e vice Procuratori Onorari) ai quali è corrisposta soltanto una indennità di presenza nell’udienza di euro 73, quando sostituiscono il Magistrato professionale” impedito”(ex art 43 bis ord. Giudiziario).
Per comprendere appieno l’influenza negativa di questa realtà operativa, occorre conoscere:
I°) il rapporto numerico esistente tra la “regola” costituita dal Giudice professionale vincitore di concorso e loro effettiva presenza e “l’eccezione” costituita dalla presenza di Magistrati Onorari nei Tribunali, secondo il dettato Costituzionale (Art.106 I° e II° comma). Costituirebbe una offesa per il lettore, spiegare il perché dell’influenza negativa sull’efficienza ed efficacia del sistema Giustizia, di un rapporto che veda “l’eccezione” superare la “regola”;
II°) che nella prassi operativa, in mancanza di Giudici professionali (vi sono circa 3800 In primo grado) si utilizzano Giudici Onorari per la stesura ed emissione delle sentenze con le quali definiscono il processo; ma (udite udite) la sentenza emessa non sarà pagata; perché non è consentito dall’ordinamento Giudiziario che Giudici Onorari, nei Tribunali, amministrino la Giustizia. L’ordinamento Giudiziario, infatti, all’articolo uno, comma uno lettera A) indica che ad amministrare la Giustizia debba essere soltanto il Giudice Onorario di Pace.
Sarebbe, altrimenti, violato l’art. 3 della Costituzione (l’uguaglianza), visto che l’utente della Giustizia vedrebbe la sua causa affidata, solo per caso ad un Giudice Onorario, che non ha la stessa indipendenza e professionalità del Giudice “Togato”;
III°) che il Giudice Onorario è precario per durata della funzione e mancata indicazione dei comportamenti illeciti che devono essere puniti con le sanzioni: ammonimento, censura e revoca; sanzioni che allo stato della mancanza di Leggi, sono deliberate dal Consiglio Superiore Magistratura in assoluta discrezionalità. Vale a dire: “la mia testa sotto i vostri piedi e ci potete pure ballare sopra”.
In conclusione, se questa è la sommaria diagnosi di una Giustizia malata, per la cura, dopo aver comparato la nostra situazione a quella degli altri Stati Europei, occorre conoscere il disegno di legge che in qualche cassetto giace, alla Camera dei Deputati con il titolo di “Ufficio per il processo” (Atto Camera 2873/2007) approvato dalla Commissione Giustizia il 9 Gennaio 2008 con il parere favorevole del CSM; consenso pieno dell’associazione Nazionale Magistrati e Avvocatura. L’Italia è l’unico Paese che lascia il Giudice da solo con migliaia di fascicoli da esaminare e portare a “sentenza”.
Risulta agli atti del convegno sulla Giustizia PD 2007.