Il perché dell’attacco tedesco alla Banca Centrale Europea

Lussemburgo, 11 maggio 2020 – Ha suscitato scalpore l’inatteso e sorprendente pronunciamento rilasciato dalla Bundesverfassungsgericht (Corte costituzionale tedesca) in cui, in buona sostanza, questa fa richiesta perentoria alla BCE (Banca centrale europea) di comunicare, entro termini tassativi, i motivi ed i criteri delle proporzionalità adottate dalla Banca di Francoforte, negli interventi a sostegno delle varie critiche situazioni finanziarie ed economiche dei Paesi dell’Eurozona .
Alla sorpresa generale registrata a tutti i livelli istituzionali dell’Unione, è seguita una pronta e comprensibile reazione piccata da parte della BCE che, com’è noto, non è affatto sottoposta alla giurisdizione della suindicata Corte tedesca.
Ricordiamo, a tal proposito, che le Istituzioni comunitarie sono sottoposte unicamente alla giurisdizione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea la cui sede è ubicata nel Granducato di Lussemburgo.
L’irruzione scomposta e inopinata dell’elefante tedesco nel negozio di cristallerie dell’Unione, ha mandato prontamente in frantumi anche il tradizionale riserbo e la pazienza della citata Corte di Lussemburgo, la quale, sentitasi toccare nella sua intangibile sfera di competenza giuridica, è prontamente intervenuta stigmatizzando l’improvvida intromissione da parte del massimo organo giurisdizionale germanico, in palese violazione delle competenze e delle prerogative che i Trattati attribuiscono appunto alla Corte di Giustizia Europea.
In un tragico momento in cui in Europa imperversa la pandemia da Covid-19 e si acuisce la crisi economica, finanziaria e sociale, riteniamo che tutto questo i massimi giudici tedeschi se lo sarebbero ben potuto risparmiare!
Non è poi questa la prima volta che questi ultimi intervengono a sproposito in una sfera di competenze che tutti gli Stati dell’Unione hanno delegato, in forza dei Trattati, alle sovranazionali Istituzioni comunitarie.
Pertanto, anche la Repubblica federale di Germania è vincolata all’osservanza dei Trattati da essa stessa firmati e trasposti nel proprio ordinamento giuridico nazionale!
Ma ci corre l’obbligo a questo punto di chiederci come tutto questo sia potuto accadere.
Con ogni certezza, i suddetti giudici costituzionali tedeschi non ignoravano di non essere in possesso della necessaria competenza giuridica per poter intervenire.
Perché allora lo hanno fatto?… Facciamo, a questo punto, per poter rispondere, un paio di passi indietro.
Il primo: il Governo della Signora Merkel si è finora sempre opposto ad ogni forma di condivisione dei debiti nazionali, nonché ad ogni ipotesi di emissione di eurobond a responsabilità condivisa. Da ciò si evince una volta di più, il rifiuto da parte germanica dell’idea di trasformare l’attuale Unione Europea in una futura Federazione di Stati Uniti d’Europa con destini condivisi.
Il secondo: nell’imperversare dell’attuale crisi pandemica, la BCE, per evitare ogni possibile fallimento di alcuni Stati europei e temendo un conseguente effetto “domino” dalle proporzioni inimmaginabili, è scesa in campo con ingenti capitali per fronteggiare l’emergenza. Ovviamente, operando peraltro nell’ambito del proprio mandato.
Il suo Consiglio d’amministrazione, in cui sono ben presenti i “falchi” ivi delegati dai Governi contrari alla solidarietà europea, ha fin qui, talvolta obtorto collo, approvato le misure considerate di volta in volta indispensabili per proteggere l’area dell’euro.
Perché allora questo improvviso intervento della Corte tedesca?
La risposta va ricercata nelle nuove misure allo studio presso la BCE che non si limiterebbero più, come fin qui avvenuto, agli acquisti di titoli sovrani e di altre obbligazioni non pubbliche europee, per contenere la crescita degli spread relativi e sostenere così tanto la finanza pubblica quanto quella privata.
Infatti , presso la BCE, sono in corso e previsti consistenti acquisti di titoli aventi “rating” in caduta costante, compresi alcuni titoli ormai classificati come “junk bond” (titoli spazzatura).
Tutto ciò sta, ovviamente, avvenendo per tutelare le bisognose economie europee che stanno vivendo drammatiche situazioni da risolvere urgentemente.
Ma sono proprio questi acquisti decisi dal Board della BCE a preoccupare il Governo tedesco che, se non l’ha ispirato, ha certamente accolto di buon grado l’intervento della propria Corte costituzionale.
Tale intervento, comunque lo si voglia considerare, ha sicuramente contribuito ad aumentare la già forte pressione politica, da parte della Germania, sulle decisioni attuali e future di politica monetaria della BCE!

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