Lussemburgo, 11/11/2019 – Fra le numerose forme di organizzazione strutturale di uno Stato, oltre a quella classica dello Stato sovrano indipendente (che dispone appunto di una indipendenza politico-amministrativa, di una banca centrale e di una sua sovranità monetaria), la Scienza Politica attribuisce una primaria rilevanza a due forme associative di Stati: lo “Stato Federale” e la “Confederazione di Stati”.
Nel primo caso si tratta, così com’è negli Stati Uniti d’America, di un’associazione di Stati, fra loro federati, di cui sono essenzialmente responsabili un Parlamento comune ed un Governo centrale. Tale Governo, in caso di difficoltà finanziarie di uno o più Stati federati, gestisce le crisi finanziarie e monetarie contingenti, fino a fungere, ove necessario, da Garante di ultima istanza per i loro debiti non onorati. Ciò avviene al fine di tutelare lo sviluppo sostenibile degli Stati meno ricchi ai quali, se del caso, vengono destinati i fondi federali indispensabili per garantire ai cittadini i principali servizi sociali sanciti dalla legge. Nello Stato Federale opera inoltre una Banca centrale che batte sovranamente moneta e ne controlla i valori di cambio, intervenendo opportunamente sui mercati valutari internazionali seguendo le prescelte strategie di politica economica.
Diversamente, la “Confederazione di Stati” non garantisce ai propri Stati confederati alcuna solidale copertura finanziaria, bensì si limita ad orientarne, tramite direttive ed iniziative di vario genere, il coordinamento e lo sviluppo.
Orbene, in quest’ultima fattispecie rientra l’Unione Europea di cui fa parte, fin dalla sua fondazione, la Repubblica Italiana. Gioverà ricordare che quest’ultima contribuisce generosamente da sempre al bilancio comunitario, versando più di quanto riceva.
Da questi due esempi citati,risulta evidente che ogni Stato federato degli USA può sempre contare sull’intervento della FED (Banca centrale statunitense) la quale,stampando dollari, ha il compito di intervenire in aiuto di uno Stato in difficoltà finanziaria.
Al contrario, ciò non avviene nell’Unione Europea perché questa non intende far intervenire la BCE per stampare euro in aiuto di uno Stato membro in crisi, ne’ prevede di convogliarvi risorse provenienti da altri Stati membri (che se ne guardano bene!) i quali prosperano anche approfittando proprio della crisi degli Stati membri più deboli!
Visto che l’adozione della moneta unica non consente più a questi ultimi Paesi di difendere la propria economia operando, in caso di necessità, svalutazioni valutarie (come avvenuto sempre nel passato) per mantenere la necessaria competitività sui mercati dei propri prodotti, assistiamo ormai ad un impoverimento progressivo e irreversibile delle popolazioni di detti Stati !
Purtroppo, ma forse non per caso, la moneta unica introdotta intempestivamente ed infaustamente prima della necessaria e prevista trasformazione della Confederazione degli Stati europei in uno Stato Federale Europeo politicamente e solidalmente unito, ha lasciato molti Stati membri in mezzo ad un guado: senza possibilità ne’ di tornare indietro ne’ di raggiungere l’agognata altra sponda !
Orbene, il sospetto che tutto ciò sia stato voluto e programmato è reale, ma non costituisce, ovviamente, una prova !
… Tuttavia, con assoluta certezza, non era questo ciò che volevano i Padri Fondatori per la nostra Europa!