Drammatiche e incredibili coincidenze
Anno 1975. Nasce il film “I tre giorni del Condor”, grande film d’azione insignito di molti premi. Che cosa ha di particolare questo film? Una sola cosa, unica nel suo genere: “profetizza” in anticipo un avvenimento che accadrà trent’anni dopo.
La storia è molto coinvolgente e fa da copertura a una sottostoria, apparentemente senza significato, che serpeggia drammaticamente “fra le righe” fino all’ultima scena, quando i protagonisti vengono allo scoperto ed essa “salta” fuori, improvvisa, inaspettata, e dà il significato alla storia principale, il petrolio e l’intervento armato degli Stati Uniti in Iraq.
Il protagonista scampa fortunosamente a un attacco terroristico perpetrato da un commando, nella sua sezione della CIA e, fuggendo per tre giorni, per non essere ucciso a sua volta, scopre la trama misteriosa e sconvolgente a causa della quale i suoi colleghi sono stati uccisi. È la più devastante carica che cova sotto i piedi dell’umanità e la minaccia di renderla pubblica resta lì, fissato e sospeso, nel “fermo immagine” di un Robert Redford che l’ha scoperto e che, contemporaneamente, attonito, scopre anche che le sue minacce cadono nel vuoto tanto che nessun editore si prenderebbe l’impegno di renderle pubbliche.
A circa trent’anni di distanza, tutto il mondo è funestato dall’intervento armato degli USA, nell’Iraq, seconda guerra del Golfo, regione dello scacchiere medio-orientale, profetizzato dal film con precisione millimetrica, ufficialmente per deporre il dittatore Saddam Hussein e combattere il terrorismo.
Ancora, a gennaio 2015, il mondo è sconvolto da un’azione terroristica perpetrata da un commando di quattro militanti islamici e una donna, compagna di uno di loro, a Parigi, alla redazione del periodico satirico “Charlie Hebdo” che ha pubblicato alcune vignette satiriche su Maometto. È una strage; i terroristi penetrano nella redazione e uccidono, con fredda determinazione, quasi tutta la redazione.
L’azione sembra presa dal più volte citato film “I tre giorni del Condor”; è identica. Uccidono freddamente anche il vigile esterno, mussulmano come loro, ferito e implorante pietà. Nella fuga, inizia una mastodontica caccia all’uomo che dura tre giorni, come la “fuga del Condor”, per fuggire al commando che vuole ucciderlo, al termine dei quali i terroristi, rifugiatisi in un supermercato ebraico, vengono abbattuti. È una drammatica coincidenza e monopolizza l’attenzione del mondo; ma il terrorismo, anche nella sua estrema bassezza e condannabilità, è un’azione che ha uno scopo. Certamente la dimostrazione o l’ottenimento di qualcosa…