La storia è molto coinvolgente e fa da copertura a una sottostoria, apparentemente senza significato, che serpeggia drammaticamente “fra le righe” fino all’ultima scena, quando i protagonisti vengono allo scoperto ed essa “salta” fuori, improvvisa, inaspettata, e dà il significato alla storia principale, il petrolio e l’intervento armato degli Stati Uniti in Iraq.
Il protagonista scampa fortunosamente a un attacco terroristico perpetrato da un commando, nella sua sezione della CIA e, fuggendo per tre giorni, per non essere ucciso a sua volta, scopre la trama misteriosa e sconvolgente a causa della quale i suoi colleghi sono stati uccisi. È la più devastante carica che cova sotto i piedi dell’umanità e la minaccia di renderla pubblica resta lì, fissato e sospeso, nel “fermo immagine” di un Robert Redford che l’ha scoperto e che, contemporaneamente, attonito, scopre anche che le sue minacce cadono nel vuoto tanto che nessun editore si prenderebbe l’impegno di renderle pubbliche.
A circa trent’anni di distanza, tutto il mondo è funestato dall’intervento armato degli USA, nell’Iraq, seconda guerra del Golfo, regione dello scacchiere medio-orientale, profetizzato dal film con precisione millimetrica, ufficialmente per deporre il dittatore Saddam Hussein e combattere il terrorismo.
Ancora, a gennaio 2015, il mondo è sconvolto da un’azione terroristica perpetrata da un commando di quattro militanti islamici e una donna, compagna di uno di loro, a Parigi, alla redazione del periodico satirico “Charlie Hebdo” che ha pubblicato alcune vignette satiriche su Maometto. È una strage; i terroristi penetrano nella redazione e uccidono, con fredda determinazione, quasi tutta la redazione.
L’azione sembra presa dal più volte citato film “I tre giorni del Condor”; è identica. Uccidono freddamente anche il vigile esterno, mussulmano come loro, ferito e implorante pietà. Nella fuga, inizia una mastodontica caccia all’uomo che dura tre giorni, come la “fuga del Condor”, per fuggire al commando che vuole ucciderlo, al termine dei quali i terroristi, rifugiatisi in un supermercato ebraico, vengono abbattuti. È una drammatica coincidenza e monopolizza l’attenzione del mondo; ma il terrorismo, anche nella sua estrema bassezza e condannabilità, è un’azione che ha uno scopo. Certamente la dimostrazione o l’ottenimento di qualcosa…