Italia: un giorno in Tribunale. Giustizia da ridere!

Roma. Il 9 luglio, in un quartiere della Capitale, uno straniero, dopo aver picchiato il suo cane, alle rimostranze di un romano, lo aggredisce quindi, estratto un coltello, lo insegue per colpirlo. L’uomo cerca di difendersi lanciandogli una panca. Lo straniero la utilizza per sfondargli la macchina. Transita una pattuglia di Carabinieri che intervengono. L’uomo minaccia anche i militari dell’Arma che cercano di disarmarlo ed arrestarlo.


Sopraggiunge ed interviene anche il comandante della locale stazione dei Carabinieri, a 20 giorni dal suo congedamento.

 

Senza ricorrere all’uso della forza, altrimenti si sarebbe gridato all’abuso di potere, con colluttazione, riescono ad immobilizzarlo, disarmarlo ed arrestarlo, finendo all’ospedale il vecchio  comandante di stazione ed uno dei due carabinieri.

Prima udienza di convalida il 10 luglio. Convalidato l’arrestato con  scarcerazione immediata ed obbligo di firma.

14 luglio, udienza dibattimentale.

Il giudice, nella piena applicazione della legge, in considerazione che  né il cittadino né i due carabinieri sono stati uccisi o feriti con il coltello, vero è che ci sono due militari dell’Arma che hanno riportato lesioni ma non hanno perso alcun organo vitale,  che il fatto è stato accidentale senza reiterazione del reato  in quanto nei giorni successivi l’arrestato  non è più andato a cercare il maresciallo o il carabiniere per ripetere le minacce con un’arma bianca, che minacciare ed inseguire con un coltello  a seguito di diverbio non costituisce pericolosità sociale mentre invece bisogna tenere conto dell’ottimo comportamento dibattimentale dell’imputato che ha accettato il rito direttissimo, è sufficiente condannarlo alla pena di mesi sei di reclusione, facendo anche cessare l’obbligo di firma.

Conclusioni da trarre da parte dello straniero: fracassare una macchina che non verrà mai ripagata non avendo – ufficialmente – un centesimo,  minacciare con un coltello, pestare un uomo e due operatori di polizia senza scontare un giorno di carcere,  in Italia non è reato! Si può rifare!

Forse,  (il giudice nella sua autonoma decisione, applica la legge vigente voluta da questi signori rappresentanti del popolo che affamano)  da questo si capisce perché in Italia la delinquenza impazza e perché la gente sentirà presto il bisogno di armarsi per farsi giustizia da soli non potendo certo pensare che “questa giustizia” possa tutelarli!

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