Jihad: gli efficienti servizi segreti britannici e occidentali si sono resi conto?
Forse, dopo i gruppi di analisi a tavolino, serve di nuovo l’agente di strada!
Roma, 23 agosto – Il 12 Agosto scorso, su questo giornale, con l’ articolo: “Coabitiamo con i terroristi della Jihad internazionale?” facemmo ampio riferimento, con riflessioni personali, al servizio su “L’ESPRESSO” di Paolo Biondani dal titolo:”I terroristi della porta accanto” che anticipava quel che poi è recentemente accaduto.
Bene, ora tutti si chiedono, dopo la barbara esecuzione del giornalista americano James Foley, quale sarà la sorte delle due giovanissime volontarie italiane sequestrate in Siria venti giorni fa? E più passano le ore, maggiormente si acquisiscono informazioni sulle dimensioni del reclutamento, in particolare di cittadini britannici ed anche europei, nel terrorismo islamico. Polizia e Servizi Segreti di Sua Maestà britannica che hanno fatto?
Hanno sottovalutato il fenomeno? Certo, anche i Servizi USA dopo i fatti delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 non ne uscirono molto bene come immagine…..Ma questo non attenua le responsabilità, anzi le aggrava….La politica di tutti gli Stati è tenuta a potenziare i dispositivi di sicurezza sul terrorismo islamico, quanto mai pericoloso, e non da oggi.
Comunque, ora si tenta di correre ai ripari ricostruendo l’identità e la personalità di questi fanatici. Non dimentichiamo che anche l’Italia è sovraesposta e teme rappresaglie, tanto che il Governo ha allarmato Prefetti e Questori.
Da qui, la domanda più che legittima che proviene dal cittadino italiano, già allarmato da fattori devastanti di carenza di sicurezza interna su cosa realmente siano e facciano i Servizi Segreti italiani.
Sono efficienti; si sono rinnovati?
Va detto che, secondo i concetti moderni, la figura dell’ agente segreto è cambiata, forse anche troppo, cioè non più l’operatore solitario, in possesso di un certo numero di fonti informative, che con il suo metodo acquisito con l’esperienza di strada elaborava analisi ed era a conoscenza di elementi di grande interesse; oggi, invece, il tutto è affidato a “gruppi di analisi”, veri e propri burocrati dell’intelligence da computer, quindi in camice bianco, che, in perfetta sinergia, offrono una interpretazione specialistica che confluisce nella più compiuta analisi organica.
E questo, lo possiamo affermare con convinzione, è il vero limite dei nuovi apparati.
Oggi, come fatto ieri, bisogna che gli 007 tornino a calcare le strade, a sporcarsi le scarpe, grazie a una consolidata strategia che preveda agenti lanciati nelle varie realtà e questo anche con l’ingaggio, oggi, di soggetti di lingua araba da immettere sia nelle sale di intercettazione sia nei servizi di pedinamento, sia soprattutto in quelli di infiltrazione.
Certo, anche le Polizie vanno rivisitate in modo ampio e definitivo nei loro compiti e dislocazioni, come scritto in altri articoli, e questo perché la prevenzione è compito primario delle Polizie, da esercitarsi magari d’intesa con l’Intelligence, attraverso una presenza visibile, costante e massiva, supportata anche da un continuo ed attento esame sull’adeguatezza della dislocazione delle forze sul territorio.
E nelle loro file perché non prevedere Agenti, Carabinieri e Finanzieri, figli affidabili di extracomunitari stabilizzati, da inglobare quali ausiliari nelle Forze dell’Ordine?