A tale notizia, Emma Bonino, ha dichiarato “Talune anticipazioni che provengono oggi da New Delhi sull’iter giudiziario del caso dei nostri fucilieri di Marina mi lasciano interdetta e indignata. Se confermata la sua applicazione, sarà contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma” aggiungendo che “il governo ritiene sconcertante il riferimento e farà valere con forza e determinazione in tutte le sedi possibili l’assoluta e inammissibile incongruenza di tale impostazione anche rispetto alle indicazioni a suo tempo fornite dalla stessa Corte Suprema indiana”. Infine ha garantito che “il nostro impegno di riportare a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è più forte che mai”.
Peccato che finora la linea che ha mantenuto il Ministro degli Esteri era che “Non è accertata la colpevolezza, e non è accertata l’innocenza. I processi servono a questo” arrivando, il viceministro Lapo Pistelli, a scrivere sulla pagina di facebook dedicata ai due fucilieri di Marina: “All’inizio di quest’anno l’Italia aveva una linea abbastanza incerta su come procedere mentre ora abbiamo rimesso la questione su un binario di certezza: scelta di una giurisdizione speciale, condivisa; regole da utilizzare in processo, condivise”.
Con ciò, non escludendo la colpevolezza dei nostri Soldati ed affermando di procedere nel processo congiuntamente con l’India.
Allora, avendo persino messo in dubbio l’innocenza dei Marò, e se il tutto è stato fatto in maniera condivisa e concordata con gli indiani, per cosa si sente il Ministro Bonino “interdetta e indignata”?
O piuttosto la situazione politica italiana è tale che, visto che Renzi avanza, il Governo vacilla e le elezioni europee sono ormai a scadenza troppo ravvicinata, una particolare parte del corpo si chiude completamente per appiattirsi sulla poltrona nel tentativo di non essere “rottamati” ed allora è meglio “indignarsi”…