La coerenza politica italiana sulle modifiche al Fondo salva-Stati Europeo
Lussemburgo, 27 novembre 2019 – Il prossimo 13 dicembre, dopo un lungo e serrato iter durato anni di proposte, discussioni e modifiche, avrà luogo un importante Vertice Europeo che sarà chiamato ad approvare il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Quest’ultimo dovrebbe subentrare, sostituendolo, al Fondo salva-Stati Europeo, funzionante ormai (anche se con varie riserve da esprimere al riguardo!) da circa una decina di anni. Il 14 giugno scorso, a tale proposito, si è svolto un importante Vertice Europeo dei Capi di Stato e di Governo, al termine del quale è stato unanimemente approvato il progetto definitivo dell’accordo di cui si tratta. Tale progetto prevede le “condizionalità” che devono ricorrere, in uno Stato membro in grave crisi finanziaria, per aver diritto all’intervento del MES. Fra le tante condizioni, figurano gli obblighi inerenti al rispetto di precisi limiti imposti al rapporto Deficit di bilancio-PIL ed a quello Debito pubblico-PIL.
Orbene, allo stato attuale delle cose, il debito pubblico italiano pari a circa 2.300 miliardi di euro (a fronte di un PIL di circa 1.900 miliardi) non consentirebbe lontanamente l’intervento di tale Meccanismo in aiuto dell’Italia.
Non è pensabile del resto che il nostro Paese, già in evidente crisi economico-finanziaria, possa destinare ingenti risorse alla riduzione del debito pubblico nazionale, in quanto ciò risulterebbe insostenibile per il nostro sistema economico. Al riguardo, va sottolineato che, al contrario, il debito pubblico continua e continuerà a crescere a causa degli onerosi interessi negativi determinati dallo spread che ci penalizza ulteriormente sui mercati internazionali.
Per quanto precede, l’approvazione di tale accordo sul MES da parte del nostro Governo è quindi temuta e sconsigliata da vari economisti e politici nostrani, i quali paventano un conseguente rischio elevato di catastrofica ristrutturazione del debito pubblico o addirittura di default del Paese; anche se non mancano numerosi giudizi positivi circa la futura tenuta del Sistema Italia.
Orbene, giunti ormai a conclusione di questo iter pluriennale di revisione della normativa regolante il Fondo salva-Stati Europeo, sembra difficile che il Governo e, successivamente, il Parlamento, possano rifiutarlo dopo averne puntualmente approvato tutti i passaggi precedenti.
Qualunque cosa accada però,una considerazione finale va a questo punto doverosamente formulata: il 14 giugno scorso, al Vertice Europeo, il Presidente del Consiglio Conte (del Governo Conte 1; sostenuto da una maggioranza M5S-Lega) ha approvato detto progetto volto ad istituire il MES. I Capi politici dei due partiti suindicati non hanno in tale occasione sconfessato e neppure criticato l’operato del loro Presidente del Consiglio. Improvvisamente, oggi, chiedono perentoriamente a gran voce al Presidente del Consiglio Conte (del Governo Conte 2:…sempre M5S ma con Pd e Leu) di non approvare Il medesimo progetto … per salvare l’Italia!