La crisi in Italia: troppi suicidi

Emblematica la vignetta di un giovane di soli 13 anni, Leonardo Maria Carminati, studente di scuola media,  “Pintor” , di Roma. Questo, è l’immaginario di Leonardo sulla crisi economica che sta attraversando l’Italia, ma potrebbe  essere quello di  uno dei   tanti figli di famiglie italiane,  che sentono, vedono, vivono il disagio del grave momento  del  Paese.

 

Di conseguenza, non passa giorno che la cronaca non riporta l’ennesimo suicidio di un padre di famiglia:  dal semplice lavoratore, all’imprenditore  benestante, con lo stesso grave problema, l’insolvenza di quegli impegni che comunque avevano preso nei confronti della propria famiglia, dei propri lavoratori e dello Stato. Strozzati dai debiti contratti per le ingenti tasse.

Solo nel mese di maggio si sono verificati più di quindici decessi. Come non ricordare il suicidio di un uomo di 53 anni della Provincia di Ancona, che perso il lavoro, aveva trovato come unica soluzione il suo estremo sacrificio gettandosi dal balcone della sua abitazione! Una tragedia nella tragedia, perché nel momento di lanciarsi è piombato sul marciapiede proprio davanti gli occhi del figlio!

E ancora, l’artigiano a Genova, che per un debito di 30mila euro con Equitalia si è impiccato. L’Agenzia delle Entrate gli aveva pignorato  anche l’abitazione per insolvenza dello stesso. Una lettera lasciata al figlio, prima di morire, spiegava  il motivo del suo gesto disperato. Pochi giorni prima, un piccolo imprenditore di 40 anni si era sparato in Provincia di Avellino. Il fatto era  avvenuto all’interno della sua azienda, dalla quale non si separava mai. Le gravi difficoltà economiche legate alla sua attività imprenditoriale e le relative cartelle esattoriali poi,  hanno fatto il resto. La lista si allunga, sempre nello stesso mese, un ex imprenditore del settore tessile abbigliamento di 68 anni, si è tolto la vita nel suo appartamento. Debiti dovuti ad Equitalia  che non riusciva in nessun modo a far fronte.

Questa è la tragica realtà ed i suicidi sono all’ordine del giorno, l’incubo è quello di non poter pagare più le bollette e le cartelle esattoriali che non aspettano. E così seguono altri due casi in Sicilia ed in Puglia  e questa volta non c’entra la perdita del posto di lavoro. In Provincia di Caltanissetta ,si è ucciso un idraulico di 54 anni  dandosi fuoco all’interno della sua auto. Caso analogo a Molfetta in Puglia, dove un imprenditore di 46 anni si è impiccato nella proprietà dei suoi parenti. Per lui, non riuscire a pagare lo stipendio ai suoi dipendenti era una vergogna, pesante come un macigno.

Ma la famigerata lista nera sembra non fermarsi, segnando un bilancio alto e preoccupante di questa grave difficoltà che non lascia nessuno  scampo. Queste persone sono solo una parte dei tanti disperati che hanno compiuto nell’ultimo mese gesti estremi, legati all’incapacità di riuscire a fronteggiare e a sopravvivere alla crisi.

Nella vita tutto si può sopportare,  ma non  perdere l’onore, la dignità, valori non negoziabili per questi lavoratori onesti che con il loro sacrificio, forse, hanno reso meno sorde le Istituzioni e la stessa Equitalia.

Una vignetta per meditare, per riflettere, perché gli occhi dei giovani ci guardano e soprattutto ci giudicano. A loro, regaliamo un futuro più umano e più ottimista!

Lucilla Petrelli

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