La politica italiana e l’occasione in parte sprecata del Governo Monti

Italia alla deriva

“… Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchier in gran tempesta …” Così Dante Alighieri definì nel 1300 la nostra patria ne La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI, e purtroppo a distanza di oltre settecento anni, ci dispiace dover notare quanto sia attuale tale definizione …

L’Italia: bel paese, inestimabile patrimonio d’arte e d’intelletto, ha sempre avuto il punto debole di esser governata meno bene di quanto si sarebbe potuto, di quanto meritava, o di quanto spesso sono stati in grado di fare altri paesi di pari importanza. Dal dopoguerra ad oggi la nostra ancor giovane Repubblica è stata guidata da sessantuno governi in sessantasei anni di vita …

Ciò è dovuto prevalentemente alla eccessiva frammentazione della rappresentanza del potere in altrettanto numerosi partiti politici; fenomeno che non si è affievolito neanche con il tanto declamato avvicendarsi di “repubbliche” … (dalla prima, alla seconda, alla terza e c’è chi parla anche di una quarta …)

Il fenomeno della litigiosità politica, del voler contare per più dei voti che ciascuna rappresentanza raccoglie, ha creato sempre grosso disorientamento e perdite di opportunità per il Paese, e ciò che ancor più dispiace, è che purtroppo il cittadino, da sempre scontento e giustamente indignato, non riesce con lo strumento del voto a venir fuori da tale “impaccio” politico.

Nell’attuale situazione economico politica, caratterizzata da una crisi di una gravità forse mai conosciuta prima, probabilmente nemmeno durante la grande depressione del 1929, i partiti politici hanno giustamente deciso di convergere in un governo di larghe intese guidato da una personalità super partes e di adeguato prestigio quale il Prof. Mario Monti, e dimostrando quindi che nel momento di estrema difficoltà si può davvero remare tutti nella stessa direzione.

Riprendendo gli studi del grande Thomas Hobbes, potremmo parlare di un nuovo “Leviatano”. …

Così tutti noi ci aspettavamo una fase nuova nella nostra politica, affinché si risolvessero i gravi ed impellenti problemi economici e si desse vita a quelle riforme indispensabili per la sopravvivenza del sistema, che esso stesso, in normale clima di confronto partitico, non era in grado di generare. Mai un governo aveva avuto tale e tanto consenso parlamentare come l’attuale esecutivo Monti, … e ovviamente tale suffragio ha generato alcuni frutti positivi in circa un anno di lavoro, … nel quale tutti in cittadini italiani si aspettavano di poter finalmente trovare un’azione di governo efficace e soprattutto innovativa …

Innovativa, appunto … come ad esempio rincarare più che mai il prezzo dei carburanti, reinserire pesantemente le tasse sull’unico bene rifugio degli italiani (il mattone), aumentare le imposte dirette ed indirette, proprio così come hanno sempre fatto tutti i governi in sessanta anni di repubblica, e provocare per questo ancor più stagnazione economica e spesso anche riduzione del gettito fiscale. Perché il paradosso è proprio questo, l’aumento della pressione fiscale, realizzato per incrementare il gettito, al di sopra di determinate soglie provoca la riduzione di quest’ultimo e l’arretramento dell’economia. … tutto ciò senza scalfire minimamente fino ad oggi i privilegi delle classi e delle corporazioni più potenti …  (parlamentari, banche, grandi potentati economici e non solo …)

Ovviamente il Governo Monti ha realizzato anche cose buone, poiché è comunque composto da persone serie e preparate, e sicuramente in questo momento politico era il male minore, … ma ciò che dispiace davvero è proprio questo concetto … ci si chiede perché nel momento della difficoltà ci si debba sempre accontentare del male minore e non si possa pretendere di più ..?? E allora ci si chiede se il nuovo “Leviatano” abbia ragione di esistere se viene messo in pericolo il sistema che deve proteggere …

E soprattutto cosa ci aspetta per il “dopo Monti” ??

Forse un “Monti bis”, … forse una grossa coalizione, forse un governo di centro sinistra (difficile in questo momento pronosticare una vittoria del centro destra che ha bisogno di un periodo di seria riorganizzazione …), … ma non è questo che ci interessa. Non è nostro compito fare sondaggi elettorali.

Ciò che preoccupa davvero è che a prescindere da chi governerà, purtroppo, il sistema non è cambiato. Ci sia permesso perciò di introdurre il concetto più significativo che vogliamo esprimere, ossia quella che riteniamo essere la soluzione effettiva, vera ai problemi italiani: vale a dire la necessità di stabilità ed affidabilità del sistema politico.

E quindi, concludendo, se davvero sembra che neppure stavolta si riesca a riformare lo stato, con lo stesso spirito che ebbero i padri costituenti, quando politici di ispirazioni ed idee completamente antagoniste riuscirono a dar vita al più bel documento istituzionale che la storia italiana ricordi, se quindi, dopo varie commissioni bicamerali ed altri vani tentativi riformistici, anche questo treno sembra essere perduto, l’unico modo per salvare l’Italia a nostro avviso è quello di creare un patto di lunga durata, tra le principali forze politiche su pochi basilari argomenti dell’economia e della politica, con l’impegno che nessuna delle forze politiche che si succederà al governo del paese cambierà mai orientamento su tali punti fondamentali. Questo è ciò che già accade nelle democrazie più sviluppate, tipo gli Stati Uniti dove si sa bene che a prescindere da quale candidato  possa vincere, le linee guida del sistema non saranno mai messe in discussione o rivoluzionate …

 

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