La scomparsa di Demetrio Volcic.
Ci ha lasciato l'ultimo corrispondente di una Televisione che fu.
Roma, 8 dicembre 2021.
C’era una volta Mamma Rai, nata nel 1954 con un solo canale poi passata a due all’inizio degli anni sessanta, con i suoi programmi di punta che presentavano indici d’ascolto con percentuali bulgare.
Studio Uno, Canzonissima, gli sceneggiati, hanno segnato un’epoca che ha marcato il costume della nostra società e a buon diritto anche i Telegiornali hanno costituito un punto di riferimento importante.
La scomparsa di Demetrio Volcic, storico corrispondente oltre la Cortina di Ferro, avvenuta lo scorso 5 dicembre mi ha fatto ricordare giornalisti faro della nostra informazione.
Giornalisti, ma soprattutto personaggi, come Ruggero Orlando, Sandro Paternostro, Ilario Fiore come inviati in giro per il mondo e da studio Mario Pastore, tanto per citarne alcuni.
Ruggero Orlando, aveva come marchio di fabbrica l’attacco del collegamento:<Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando>.
Sandro Paternostro, prima da Bonn e poi da Londra, era forse il più signore di tutti col suo elegante portamento da gentiluomo siciliano.
Ilario Fiore, che negli anni ottanta nelle corrispondenze da Pechino ci raccontava un mondo, a noi completamente sconosciuto, che cominciava a schiudersi a livello internazionale.
Demetrio Volcic, prima da Vienna poi da Praga nel drammatico 1968 quando fu invasa dai carrarmati russi e poi da Mosca nel periodo della perestrojka.
Volcic, molto colto, parlava correntemente sei lingue e aveva un portamento severo poco incline al sorriso forse perché rimarcava spesso il clima gelido della capitale russa…
Inviati di altissimo profilo ma come dicevo anche personaggi che in quel tempo venivano celebrati anche da un maestro delle imitazioni come Alighiero Noschese.
Tra i cavalli di battaglia del celebre imitatore c’era Mario Pastore, che conduceva il Telegiornale da studio, con il tormentone a fine notizia che diceva:<Mi dicono che non è vero…>.
Con la scomparsa di Demetrio Volcic si chiude definitivamente l’era di questi maestri di giornalismo che hanno caratterizzato insieme ad altri professionisti, anche della radio, un periodo fantastico della nostra società