Lussemburgo, 8 aprile 2020 – Mentre si susseguono uno dopo l’altro i fallimenti dei vari Vertici comunitari invano convocati per dare un’autorevole e risolutiva risposta all’attuale drammatica crisi delle economie europee, indotta dall’ondata di contagio pandemico da Coronavirus, cerchiamo di comprendere cosa sta realmente accadendo .
Il virus covid-19 ci è sicuramente giunto da Wuhan ( Cina), ove è stato debellato in poche settimane. Rinnoviamo i complimenti alle competenti autorità cinesi per aver saputo così ben comprendere, fin dall’inizio, la micidiale pericolosità di un virus fin lì sconosciuto!
Alla successiva propagazione di tale virus in tutti gli altri Paesi, hanno fatto seguito da parte di questi ultimi misure intempestive, inadeguate e, soprattutto, sottostimate!
La drammaticità del susseguente contagio ha fatto poi scattare le chiusure delle frontiere, le quarantene e gli isolamenti personali ritenuti indispensabili.
Tuttavia, tali drastici ma tardivi provvedimenti, hanno indotto un progressivo e rapido rallentamento della produzione industriale e, quindi, dell’intera economia nazionale di ogni Paese!
Orbene, è proprio la sopravvivenza di tali economie la vera posta in palio, ovunque nel Mondo ed in particolare in Europa!
Appare evidente che chi prima recupererà tutta l’efficienza del sistema produttivo, non soltanto tutelerà il proprio potenziale economico, la propria produzione ed Il proprio PIL, ma se ne gioverebbe in termini di competitività rispetto ai suoi concorrenti!
Tutto ciò spiega perché in questo momento in quasi tutti i Paesi si stia programmando, obtorto collo, una graduale riduzione delle precauzioni anti-contagio, prima che l’economia nazionale giunga al collasso!
Passiamo ora alla “comunità “ dell’Unione europea. Purtroppo, la solidarietà che dovrebbe indurre gli Stati membri a proteggere quelli maggiormente esposti a detta crisi economico-sanitaria, sta venendo meno di fronte a cinici calcoli di convenienza individuale in base ai quali si accetterebbero finanche tracolli economici dei Paesi ‘amici’ più esposti alla crisi!
A tal riguardo , gli strumenti proposti in questi giorni dagli Stati membri più forti economicamente, appaiono sicuramente inadeguati rispetto a quanto la situazione richiederebbe !
Indipendentemente dalle conclusioni che prima o poi arriveranno dai prossimi Vertici europei, ormai chiunque ha ben compreso che nella “Casa comune” la solidarietà non alberga!