Larghe intese o grandi attese?
Per onestà intellettuale e per amore della verità, a prescindere dal consenso o dalla disapprovazione pregiudiziale nei confronti del cosiddetto “governo del fare”, presieduto dall’on. Letta, è doveroso ammettere che nessuno si era mai illuso…
…che avrebbe potuto realisticamente risolvere, in appena quattro mesi, tutti quei problemi che altri esecutivi (di destra, di centro e di sinistra), hanno a lungo dribblato ed accantonato, per alcuni decenni. Di sicuro non è affatto facile, né semplice, conciliare e gestire le linee economiche, politiche e programmatiche dei due maggiori partiti che sostengono l’attuale governo a causa della palmare reciproca diversificazione che si fonde e si confonde con una chiara e netta contrapposizione globale. Per queste validi ragioni sono in molti a chiedersi non tanto e soltanto come mai sono stati assemblati nello stesso governo, ma soprattutto le ragioni per le quali non abbiano ancora “fatto saltare il banco” rientrando nell’alveo della propria linea politica ed ideologica. La risposta sembra facile e scontata: non esisteva, e forse, non esiste tuttora, altra alternativa possibile per dare un governo ad un paese in crisi, capace di affrontare e tentare di risolvere almeno i problemi più urgenti sul tappeto. Questa soluzione, bisogna riconoscerlo, è stata voluta e sponsorizzata dal presidente Napolitano, il quale credo abbia dovuto, più che voluto, accettare la conferma del suo mandato al Quirinale. Ma allo stato attuale delle cose, la situazione sembra sostanzialmente cambiata, sia per i problemi giudiziari dell’on. Berlusconi, sia per le lotte intestine all’interno del PD che nessuno è in grado di prevederne gli sbocchi. Inoltre pare ci siano segnali inequivocabili della disponibilità del M5S di appoggiare un eventuale governo insieme al PD. Tutto ciò si riflette negativamente sull’attività del governo Letta, la cui tendenza, volente o nolente, finisce ineluttabilmente al rinvio sistematico degli importanti impegni pubblicamente assunti di fronte al Parlamento ed agli Italiani. Infatti, siamo già in luglio inoltrato e non sappiamo se, quanto e quando si pagherà l’IMU sulla prima casa, né se verrà cancellato l’aumento dell’IVA che, secondo taluni esperti, provocherebbe più danni che vantaggi ad una economia dissestata come la nostra. A complicare questo quadro a tinte fosche, contribuisce, ed irrita notevolmente, il “dilettantismo” di alcuni importanti organismi dello Stato, che non riescono a spendere nemmeno i fondi assegnatici dalla Comunità Europea, né ad incassare le somme dell’evasione fiscale, fin qui circa l’8 % su qualche centinaio di miliardi di euro. Altro intralcio vergognoso e sconcertante è l’esasperata burocrazia, che, tra l’altro, crea enormi difficoltà nel pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende private, molte delle quali hanno, per questo motivo, già chiuso ed altre saranno costrette a farlo nel breve termine con le conseguenze facilmente intuibili ed immaginabili. Sicuramente avremo un autunno molto caldo, e non soltanto sotto l’aspetto meteorologico…